Ospitalità 2024, le novità del design
A Tuttohotel il futuro del mondo dell’accoglienza visto attraverso gli occhi di architetti e designer, con spazi dedicati e proposte innovative
Nuove tendenze, nuovi stili e design, nuovi materiali e colori, tanta tecnologia, ma anche creatività e opere d’arte. Sono numerose e interessanti le idee e le novità nel mondo dell’accoglienza emerse nel corso della quarta edizione di Tuttohotel, il salone dell’Ospitalità mediterranea che si è tenuto alla Mostra d’Oltremare di Napoli.
Una sezione della manifestazione è stata dedicata proprio alle installazioni di alcuni studi di architettura che lavorano nel campo delle realizzazioni e ricostruzioni di strutture ricettive: dagli hotel di lusso, ai B&B, alle case vacanze. Vediamo allora quali sono queste novità.
Iniziamo con due giovani architetti, Fernanda Franzese, napoletana, e Manuela Procopio, romana, che hanno creato insieme l’installazione “Metti un giorno in Costiera”. “Noi abbiamo portato a Tuttohotel – ci racconta Franzese – i colori di tendenza del 2024 che sono il blu e l’arancio. Ci siamo molto ispirate alla Costiera e, dai tessuti alla pavimentazione, abbiamo utilizzato varie tonalità di blu. Però ci sono delle tendenze che considerano anche l’aspetto commerciale e l’architetto deve avere un occhio attento alle tendenze, perché le novità sono sempre dietro l’angolo”.
“Quanto ai materiali, abbiamo utilizzato una ceramica di De Maio, una ceramica vietrese, ma non con i classici disegni di Vietri. Siamo andate su un “pattern” più geometrico, quindi abbiamo rivisitato la classicità con la contemporaneità. Questa è stata la chiave per questo lavoro. Molto spesso – continua Procopio – ci capita anche di utilizzare delle ceramiche tridimensionali che stanno andando molto e che a volte si sostituiscono a delle boiserie classiche. È la ceramica stessa che oggi sta prendendo piede e sta sostituendo altri materiali anche nella cucina, nella camera da letto oltre che nel bagno”.
Una cosa da non trascurare, secondo Fernanda Franzese, è l’illuminazione. “L’illuminazione – sostiene Franzese – ha un aspetto fondamentale soprattutto perché agisce molto sull’aspetto psicologico di una persona che, quando entra in una camera, la prima sensazione che deve avere è quella di benessere. Avere la giusta illuminazione vicino al letto o in bagno o anche aprendo soltanto l’armadio e avere la possibilità di vedere bene i vestiti all’interno del proprio armadio, è fondamentale”.
“Le nuove tendenze – ci dice Manuela Tirrito, architetto napoletano dello Studio Ars Constructa – prevedono la ricerca della sostenibilità e della riduzione dell’impatto ambientale. Poi ovviamente per noi architetti è centrale la ricerca della bellezza e quella del relax totale, nel momento in cui si entra in una camera d’albergo o di un B&B. Quest’anno il tema di questa fiera è stato proprio l’accoglienza mediterranea. Quindi noi, come studio di progettazione, ci siamo fatti accompagnare dai nostri materiali, dai nostri colori, dal nostro artigianato. Qui in Campania ci sono dei laboratori di tappezzeria di alto livello. È ancora viva una tradizione di ebanisti che noi continuiamo a seguire. Quindi innovazione ma anche tradizione, tantissima. Questa è la cosa importante. Il progetto che abbiamo presentato qui in fiera è dedicato ad una camera d’albergo che accolga l’ospite a tutto tondo. Se l’albergo non ha una Spa, la Spa è realizzata nella camera. Infatti, io l’ho chiamata “Oasi mediterranea”. È proprio una “room wellness”, un ambiente dove mi posso totalmente rilassare. Che sia un turista che ha girato tutta la giornata, o che sia un uomo o una donna d’affari, reduce da una giornata di riunioni, quando torna nella sua camera si può totalmente rilassare”.
“Dal punto di vista dei colori – continua l’architetto Tirrito – , abbiamo dato maggior peso al colore del mare e ai colori della terra. Nella nostra installazione si spazia dalla sabbia al blu oceano. Abbiamo tutte le sfumature dei colori del mare, nonché il verde che ci avvolge. Per noi, accoglienza vuole dire essere avvolti da questi materiali e questi colori che ti fanno rilassare e stare bene”.
Quanto ai materiali, dice ancora Tirrito, “sono sempre più innovativi quelli che vengono dal riciclo. Noi usiamo molto il legno. Utilizziamo tessuti che vengono da materiali riciclati. Abbiamo molti tessuti tecnici, che non creano assorbenza, anche perché l’albergatore vuole anche la possibilità di una manutenzione semplice ed attenta ai costi”. Altro aspetto importante per Tirrito è la domotica, con cui si possono gestire le funzioni della camera, ma si possono anche chiedere informazioni su cosa fare in città, sugli spettacoli, i musei, i ristoranti. Inoltre, il proprietario della struttura può controllare e gestire da remoto i consumi, come la luce o i riscaldamenti. E la tecnologia non è un’esclusiva dei grandi alberghi, anzi al contrario, sostiene Tirrito, facilita l’attività delle piccole strutture che hanno poco personale a disposizione e con la tecnologia possono accogliere ed accudire da remoto i propri clienti.
Simone Micheli, architetto fiorentino che da anni lavora nel settore dell’hotellerie in tutto il mondo, presente a Napoli con Italian Hotel Design, più che di tendenze parla di “una nuova prospettiva per il mondo dell’ospitalità che fa variare questo ecosistema che è cristallizzato. Gli albergatori, i proprietari, i gestori o le grandi catene alberghiere, per ottenere maggiori revenue commerciali, per avere un passo in più rispetto allo standard, agli stereotipi, dovranno immaginare di costruire alberghi come opere d’arte, alberghi dove non sia soltanto la parola “esperienziale” a fare da padrona. Alberghi come opere d’arte significa creare dei luoghi unici estremamente distintivi con un servizio ineccepibile, sia di alto profilo che di basso profilo. Intendo che lo stesso concetto si può declinare sia negli ostelli che negli alberghi a cinque stelle superior. Non serve che siano dei luxury hotel, ma devono avere un grande carattere per far sì che un’esperienza diventi memoria e quindi volano comunicativo”.
E questo, sostiene Micheli, serve in primo luogo alle strutture perché in questo modo possono ottenere migliori risultati economici e commerciali. “Quando un’esperienza forte diventa memoria – sostiene Micheli – vuol dire che tu vivi un’opera d’arte. Se questo concetto lo sposti nel mondo della ricettività tutto è molto chiaro. Quindi gli alberghi che sono capaci di ottenere questo risultato attraverso la loro visione, il loro servizio, il loro cuore, hanno uno scatto in più rispetto agli altri. Quando la camera non è più solo una camera ma un luogo unico, questo diventa un volano comunicativo”.
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