Location e carattere, assi nella manica di RHC Group e dei suoi 4 luxury hotel
RHC Group, forte dei suoi quattro hotel 5 stelle, a Roma, Vietri e Taormina, affronta l’estate con grande fiducia. La conferma nelle parole del General Manager, Giuseppe Marchese
Napoletano di nascita, ed orgoglioso di esserlo, Giuseppe Marchese è un giovane manager cresciuto nel settore dell’ospitalità. Dal 2014 è alla guida di RHC Group, l’ex Ragosta Hotels Collection. Lo abbiamo incontrato nelle grandi sale dell’ultimo arrivato nella catena di hotel nata nel 2006, Palazzo Montemartini, struttura a cinque stelle realizzata in un palazzo d’epoca, che risale al 1881, e collocata proprio di fronte alla Stazione Termini, accanto alle Terme di Diocleziano. Una posizione strategica per chi arriva a Roma e per potersi muovere facilmente all’interno della città.
Marchese, ci racconti un po’ della sua carriera.
Intanto parto dalla targa. La targa dice Napoli, nel senso che io nasco lì e lo dico perché lo ritengo ancora un valore interessante che mi porto dietro e che sono orgoglioso di avere. La mia carriera nasce nel mondo dell’hotellerie dove sono ormai da circa trent’anni. Sono in questo Gruppo dal 2010, da quando ho seguito l’apertura dell’hotel La Plage di Taormina, per poi diventare Direttore Generale dell’intero gruppo nel 2014 e quindi successivamente all’apertura sia dell’Hotel Raito che del relais Paradiso e di Palazzo Montemartini.
Parliamo della storia di questo gruppo. Quando nasce e come si articola oggi?
Nasce nel 2006, da un investimento immobiliare su una struttura, l’Hotel Raito, in Costiera amalfitana, a Vietri sul mare. Nasce dall’acquisto di questa struttura che dopo una fase di grande ristrutturazione viene riaperta al pubblico con 77 camere e suite, e ci si rende conto subito, grazie ai risultati interessanti, che l’operazione è fruttuosa. Così gli investimenti si moltiplicano e arriva la Plage Resort, a Taormina, di fronte all’Isola Bella, con 59 camere, collegato con la funivia al centro storico. Poi il Relais Paradiso, con 22 camere, con vista mozzafiato su Vietri sul mare, e infine l’ultima acquisizione a Roma, di Palazzo Montemartini, che dispone di 82 camere e suite. Quindi oggi il Gruppo conta quattro hotel 5 Stelle in tre location esclusive: Roma, Costiera amalfitana e Taormina.
Nel 2023 questo gruppo cambia nome, da Ragosta Hotels Collection diventa RHC Group. Perché questa decisione?
Io direi, più che un cambio di nome è una “brandizzazione” che ha due finalità: la prima è quella di creare una maggiore internazionalizzazione del Gruppo, perché oggi il nostro target di riferimento è multietnico e quindi mi sembrava più opportuno che fosse così. Poi, diciamo che è in linea con l’andamento della comunicazione, tradizionale e social, sulla quale ci basiamo per veicolare tutte le informazioni sul nostro gruppo. Una “brandizzazione” partita dalla parte grafica e arrivata alla comunicazione. Riteniamo che RHC sia più identificativo, dichiarandoci come una collezione di hotel prettamente italiani. Una italianità che ritengo sia l’aspetto più importante, per una riconoscibilità di qualità soprattutto all’estero.
Insomma, quattro hotel di lusso. Che cosa caratterizza l’offerta di queste strutture?
Fondamentalmente ci sono due cose da sottolineare: una ce l’ha regalata Madre natura e sono le location. Sono tre luoghi incredibili che non scopro io: Roma, la Costiera e Taormina. All’interno di questi ultimi due contesti, poi, siamo ubicati in posizioni strategiche. Come seconda cosa, io credo agli esseri umani. Ovvero, ormai le strutture di qualità, camere spaziose con letti comodi si trovano un po’ ovunque. La differenza la fa la caratterizzazione. E la caratterizzazione la fanno le persone. Il “touch”, il “taylor made” sono il valore aggiunto che fa la fortuna di un gruppo rispetto ad un altro. E noi siamo impegnati a lavorare costantemente affinché questa caratterizzazione, cioè il fatto di avere delle persone votate a questo tipo di impegno, sia sempre più evidente.
Lei ha parlato di clientela multietnica. Ci spieghi, da dove vengono i vostri clienti?
Sicuramente il mercato americano, che predilige Roma e la Costiera, è per noi molto importante. Così come l’Europa e il Sud America. È importante anche il mondo arabo, naturalmente. Forse in questo periodo sono un po’ meno presenti i Paesi Orientali, anche a causa dell’attuale situazione internazionale.
Siamo all’inizio dell’estate. Quali previsioni avete per i prossimi mesi?
Oggi si fa una grande fatica a fare previsioni, almeno rispetto a qualche anno fa. Io ricordo che, quando ero piccolino i miei genitori a febbraio avevano prenotato le vacanze. Oggi a luglio ci si comincia a chiedere: cosa si fa ad agosto? Quindi è chiaro che per noi diventa più difficile fare programmazione. Comunque, sulla falsariga dell’andamento degli ultimi anni, posso dire che le premesse sono buone perché ci rendiamo conto che c’è interesse. I flussi turistici si muovono e sicuramente prevediamo un’estate vorrei dire calda ma le condizioni meteo sono altalenanti. Soprattutto nelle settimane passate, un giorno caldissimo e il giorno dopo pioggia. Quindi diciamo che non si può fare tanto affidamento sul clima, ma pensiamo di replicare quelli che sono stati gli andamenti del 2023, quindi molto positivi.
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