Turismo italiano nel mirino delle mafie: affari per 3,3 miliardi di euro
La criminalità organizzata guadagnerebbe circa 3,3 miliardi di euro l’anno dal controllo del settore turistico italiano, con la ‘Ndrangheta che da sola raccoglie metà di questi proventi, pari a 1,65 miliardi di euro. Seguono la Camorra, con 950 milioni, Cosa Nostra con 400 milioni e la criminalità pugliese e lucana con 300 milioni
Un recente rapporto Demoskopika evidenzia come quasi 7mila aziende del comparto turistico siano a rischio di infiltrazione, soprattutto per crisi di liquidità e indebitamento che rendono le imprese vulnerabili al cosiddetto “welfare criminale”. Le mafie, con enormi risorse finanziarie, offrono soluzioni per coprire debiti e garantire liquidità, ottenendo in cambio il controllo totale delle attività, generando un sistema di dipendenza che soffoca l’imprenditoria legale.
Geograficamente, il 33,6% degli introiti criminali (1,1 miliardi di euro) si concentra nel Mezzogiorno, seguito dal Nord Ovest con 927 milioni di euro (28,1%), il Centro con 715 milioni di euro (21,7%) e il Nord Est con 550 milioni di euro (16,7%). Campania, Lombardia e Lazio risultano le regioni più esposte, con oltre il 75% dei proventi illegali generati in queste aree. La Campania guida con 380 milioni di euro, seguita da Lombardia (560 milioni) e Lazio (430 milioni). Questi territori registrano anche il maggior numero di alberghi e ristoranti confiscati alle mafie: 307 strutture, di cui quasi il 60% si trova in zone a forte radicamento criminale.
L’indagine ha messo in evidenza anche l’elevato rischio per 48.500 imprese turistiche italiane a rischio default, con un calo del fatturato stimato in 14,5 miliardi di euro. Di queste, il 14,2% (6.870 aziende) è considerato altamente vulnerabile a tentativi di acquisizione o controllo da parte delle mafie. Le regioni più esposte comprendono Abruzzo (17,9%), Basilicata (17%), Calabria (16,2%), Campania (15,2%), Emilia Romagna (14,5%) e Lazio (14,4%).
Il rapporto evidenzia come l’infiltrazione criminale nel turismo non si limiti al controllo di singole aziende, ma si estenda a intere filiere economiche, comprese l’intermediazione, la ristorazione e la ricettività alberghiera, creando un sistema di controllo che ostacola la crescita sana del settore. Secondo Raffaele Rio, presidente di Demoskopika, eventi internazionali come le Olimpiadi di Milano-Cortina 2026 e il Giubileo 2025 accrescono il rischio di infiltrazioni mafiose, poiché attraggono enormi flussi finanziari che possono stimolare ulteriori tentativi di controllo criminale del settore turistico.
«Le mafie sfruttano l’indebitamento e la fragilità imprenditoriale per infiltrarsi nei settori dell’ospitalità e della ristorazione. È necessaria una risposta istituzionale forte e coordinata per difendere la legalità e la credibilità del nostro Paese, anche con controlli più stringenti e il potenziamento della normativa antimafia», ha dichiarato Rio.
L’indagine si basa su dati provenienti da fonti ufficiali come Unioncamere, la Direzione Investigativa Antimafia, l’Agenzia Nazionale per l’amministrazione dei beni sequestrati e confiscati, Istat, Cerved e Banca d’Italia. L’obiettivo è sensibilizzare le istituzioni e l’opinione pubblica sull’urgenza di rafforzare le misure di prevenzione per proteggere il settore turistico nazionale da un fenomeno pervasivo e pericoloso per l’economia legale.
La minaccia del “welfare criminale” mina la competitività del settore turistico e la sicurezza economica di intere regioni, rendendo urgente un intervento coordinato e incisivo per difendere uno dei pilastri dell’economia italiana.
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