Dalle statistiche dell’anno 2024 alle tendenze chiave del turismo per il 2025
Il turismo nel 2024, trainato dai turisti stranieri, è cresciuto del 2,5% rispetto al 2023, con oltre 458,5 milioni di presenze stimate secondo i dati forniti dal Centro Studi Turistici (CST) di Firenze per Assoturismo Confesercenti, sebbene suscettibili di correzioni future.
L’economia nazionale ha mostrato segnali di rallentamento, legati a inflazione e aumento dei prezzi nei servizi, sia in Italia che all’estero. Nonostante ciò, il turismo italiano ha tenuto bene grazie soprattutto alla crescita dei visitatori stranieri.
Il turismo interno, invece, ha registrato una flessione stimata del -2,8% di presenze e del -2,9% di arrivi (207 milioni e 63,8 milioni, rispettivamente). Al contrario, i visitatori stranieri hanno chiuso con 251,5 milioni di presenze (+7,4%) e 72,1 milioni di arrivi (+6,3%).
La crescita è stata omogenea tra le macro aree, salvo il nord-est, leggermente sotto la media. Tra i prodotti turistici, aumenti si sono visti nel balneare, termale, laghi (+6,5%), campagna/collina (+5,8%), città d’arte (+3,6%) e montagna (+2,5%). In lieve calo le località ad “altro interesse” (-0,5%). Nonostante incertezze economiche e geopolitiche, il turismo italiano si conferma solido.
Tuttavia, si prevede un rallentamento della domanda nel primo trimestre 2025, seguito da un’accelerazione nei mesi successivi. Da un sondaggio su 1.225 imprenditori del settore, il 62% prevede stabilità, il 15,1% un aumento e il 22,8% una leggera contrazione, con maggiori preoccupazioni nelle località balneari e termali. Si desume un minor pessimismo dagli imprenditori delle aree di montagna e della campagna/collina.
Come è stato sottolineato anche dai politici il turismo è una risorsa cruciale per il Paese, questo va al merito degli operatori; mentre il ruolo della politica è nel sostenere innovazione, qualità e competitività, con i necessari fondi per lo sviluppo.
Le tendenze chiave del turismo per il 2025
L’Intelligenza artificiale sta già trasformando il comparto turistico. Si prevede un aumento dell’utilizzo dell’AI per personalizzare i viaggi, gestire i flussi turistici e contrastare l’overtourism. Per imprese turistiche, DMO (Destination Management Organization) e operatori italiani l’Intelligenza Artificiale (AI) sarà un elemento cruciale per la crescita del turismo.
Secondo McKinsey Digital, l’integrazione di AI e analytics può incrementare l’EBIT del 15-25%. Le strategie tradizionali di SEO non basteranno più: i contenuti dovranno essere ottimizzati per rispondere alle domande dei nuovi motori di ricerca. Gli agenti AI diventeranno receptionist digitali capaci di consigliare itinerari e prenotare viaggi mentre le Travel Shops curate da influencer permetteranno l’acquisto di pacchetti con un clic.
Il 63% dei viaggiatori sceglierà mete meno note o legate a ricordi d’infanzia, favorendo borghi, città d’arte e aree enogastronomiche. E’ richiesto lo shopping esperienziale: la Gen Z apprezza prodotti locali introvabili, quindi mercati e botteghe tradizionali sono tappe preferite. Gli all-inclusive evolvono, puntando su esperienze gourmet e personalizzate. La ristorazione interna diventa centrale, con un +40% di recensioni positive sui ristoranti d’hotel.
Riguardo alla Realtà Aumentata, l’AR guiderà gli ospiti con mappe interattive e libererà il personale da attività ripetitive. Emergeranno nuove figure come lo specialista dei dati ricavati dalle esperienze dei turisti.
L’AI non sostituisce il lavoro del personale ma lo libera dai compiti ripetitivi. Le aziende che investiranno in AI e formazione otterranno maggior efficienza e redditività.
Unendo tradizione, innovazione e la ricchezza del territorio, l’ospitalità italiana potrà offrire esperienze memorabili e su misura, conquistando il viaggiatore moderno, italiano ed estero.
Giulio Biasion
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