Una stagione complicata per il turismo italiano

Cosa accadrà con l’applicazione dei dazi commerciali trumpiani e la parallela svalutazione controllata del dollaro statunitense? Che risultati otterrà il turismo italiano se il mercato USA flette?
Una bella quota del mercato turistico italiano, soprattutto nel segmento Lusso, è determinata dai flussi di turisti statunitensi verso il nostro Paese. Nel 2022 abbiamo ricevuto e ospitato 2,9 milioni di turisti a stelle e strisce per oltre 29 milioni di pernottamenti e nel 2024 buona parte del turismo USA ha privilegiato le destinazioni dell’Italia meridionale, apportando non pochi benefici alle casse nazionali.
Ora però pare si stia entrando in una fase commerciale piuttosto conflittuale: da un lato la politica doganale avviata da Trump con l’intenzione di sviluppare l’industria interna e dall’altro lato la politica di svalutazione controllata del dollaro che dovrebbe facilitare l’esportazione di prodotti statunitensi nel mondo non sembrano giocare a favore di un’offerta italiana che puntava molto proprio sul “dollaro forte”.
Altri elementi giocano non positivamente verso quel mercato a partire dalla polverizzazione dell’offerta alberghiera: anche nel segmento del Lusso, infatti, non disponiamo in Italia di vere catene dal respiro internazionale ma, piuttosto, operiamo con splendide “unità alberghiere” non raramente a gestione familiare, che rispetto ad un approccio orientato al brand marketing per una gestione complessiva delle spese della propria clientela, materia di fidelizzazione durante un circuito nazionale, mantiene una certa diffidenza.
La polverizzazione dell’Offerta, ancora, non consente effettive economie di scala, penalizza le opportunità di carriera all’interno del gruppo alberghiero, diminuisce drasticamente le possibilità di essere “individuati e percepiti”, anche in termini di valorialità attribuita al brand, da parte della clientela potenziale.
Mettendo i vari elementi in successione, allora, potremmo immaginare che l’estate 2025 non sarà altrettanto scintillante come le precedenti e potrebbe determinare un effetto rimbalzo difficilmente ammortizzabile attraverso altri flussi turistici.
Sarebbe interessante che il mondo dell’ospitalità italiana si trovasse per ragionare su questi argomenti.
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