Nuovo Dpcm: coprifuoco alle 22, divieto di uscita dal comune in Regioni a rischio
Il nuovo DPCM firmato da Conte prevede alcune modifiche alle norme già previste per contenere il contagio da Covid-19. Per le zone rosse, quelle più a rischio, si andrà verso 15 giorni di lockdown. Sul restante territorio nazionale vi sarà un coprifuoco dalle 22 alle 5. Sono vietati gli spostamenti al di fuori del proprio comune per i territori più a rischio; il testo è valido dal 4.11 sino al 3 dicembre
Le linee guida che ha seguito il premier Conte sono quelle di definire misure distinte in base alla situazione epidemiologica delle singole Regioni: “Se proponessimo oggi un regime indistinto e indifferenziato avremmo un duplice effetto negativo. Da una parte non sarebbero efficaci le misure per le Regioni più a rischio e dall’altra avremmo misure restrittive in aree del Paese dove non serve un’esemplare rigidità”.
Coprifuoco dalle 22 alle 5, chiusura dei centri commerciali nei giorni festivi e prefestivi, ritorno dell’autocertificazione per validi motivi per uscire di casa dopo le dieci di sera: lavoro, necessità e salute. Chiusura dei musei e delle mostre. Chiusura di bar e ristoranti alle 18, ma con la possibilità di restare aperti per il pranzo della domenica.
Inoltre per le scuole: didattica a distanza al 100% per le scuole superiori e riduzione della capienza dei mezzi del trasporto pubblico locale al 50%. Questi sono alcuni dei punti principali contenuti in una bozza del dpcm che il governo dovrebbe varare entro la serata odierna.
La bozza ora è diventata definitiva in quanto non sono state modificate altre norme dopo l’ennesimo confronto con le Regioni. Uno dei punti principali, a livello nazionale, riguarda il coprifuoco dalle 22 alle 5, con la possibilità di uscire solo per comprovate esigenze lavorative e di salute.
LE RESTRIZIONI – Come anticipato il nuovo Dpcm non introduce un lockdown nazionale ma consente alle autorità di attuare restrizioni mirate nelle Regioni a rischio. Viene creata quindi una scala di pericolo su quattro livelli, sulla base di ventuno parametri tra cui il numero dei ricoveri e la percentuale dei tamponi positivi: nei primi due livelli, per le zone verdi e gialle, i rischi legati alla trasmissione del virus non sono preoccupanti. La situazione cambia per il terzo livello, con le zone arancio, e il quarto, con le zone rosse.
ZONE ARANCIO – Nelle zone arancio, dal 5 novembre saranno vietati gli spostamenti al di fuori del Comune di residenza, se non per comprovati motivi di lavoro o necessità. Inoltre, bar e ristoranti saranno chiusi tutto il giorno, ma è consentita la ristorazione con consegna e asporto. Stop anche ai musei. Le scuole superiori dovranno sostenere la didattica a distanza, ed è prevista la capienza massima del 50% per i mezzi pubblici. Inoltre, scatterà il coprifuoco dalle ore 22.00 alle 5.00. Stando alle anticipazioni, le Regioni in zona arancio dovrebbero essere Liguria, Puglia e Sicilia.
ZONE ROSSE – Nelle zone rosse, saranno proibiti non soltanto gli spostamenti al di fuori del Comune di residenza, ma anche quelli al suo interno, salvo che per comprovati motivi di lavoro o necessità. In più, la didattica a distanza scatterà dalla seconda media e, oltre a bar e ristoranti, dovranno restare chiusi anche tutti i negozi che vendono beni non essenziali. Le Regioni in zona rossa dovrebbero essere Piemonte, Lombardia e Calabria.
Nelle Regioni che si trovano nello scenario di tipo 3 (rosse) con livello di rischio alto vi sarà divieto di spostamento in entrata e in uscita per alcuni territori nelle zone più critiche. Ancora, vietato ogni spostamento “in un comune diverso da quello di residenza, domicilio o abitazione” per quei territori considerati zona rossa. Qui saranno chiusi bar, ristoranti, pub, gelaterie pasticcerie.
Ma è previsto un livello ulteriore – lo scenario 4 – che avrà misure ancora più severe: è previsto all’articolo 1 ter del Dpcm e riguarda le aree del Paese “caratterizzate da uno scenario di massima gravità e da un livello di rischio alto”.
Chiusi i negozi al dettaglio, tranne alimentari, farmacie, edicole. Chiusi i mercati di generi non alimentari, chiusi anche bar e ristoranti.
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