Nutriscore e Nutrinform. La voce dell’assessore della Emilia Romagna vale per ogni regione

Nutriscore e Nutrinform. La voce dell’assessore della Emilia Romagna vale per ogni regione

E’ assurdo ridurre gli alimenti di alta qualità sanciti da norme certificate a un semplicistico bollino di tre colori. Tutti i grandi prodotti alimentari italiani conosciuti nel mondo verrebbero penalizzati. Al consumo Grana Padano, Parmigiano Reggiano, Coppa Piacenza, Culatello Zibello, Prosciutto Parma, Salame Piacenza sarebbero “pesati” come formaggi e salumi senza origine 

In tutta Italia si è sollevato in modo unanime diffuso, senza differenze di casacca e di assessori, dal Veneto al Piemonte, dal Trentino all’Emilia Romagna un coro di “niet” verso il nutri-score sponsorizzato e decantato con elenco di motivazioni dal consulente del ministro italiano della salute, Roberto Speranza. Gli stessi ministri Patuanelli e Garavaglia si sono subito fatti sentire come portavoce di un parere unanime proveniente da tutto il mondo datoriale agricolo nazionale, unito: Cia, Coldiretti e Confagricoltura.

La questione si complica perché la Commissione Ue ha già dato parere favorevole al Nutri-Inform proposto dall’Italia a luglio 2020. L’uscita recente del  prof. Walter Ricciardi, napoletano unico consulente esterno nominato dal ministro, dirigente dell’Oms, conferma quanto già lo stesso docente aveva sposato e promosso pubblicamente a dicembre 2019 sostenendo la bontà assoluta del Nutri-Score. Un paradosso tutto italiano: tutti parlano di tutto. Il governo italiano ha già sostenuto che il sistema di etichettatura fronte-pacco sia più corretta e completa di quella dei 3 colori del semaforo, ottenendo già a suo tempo l’appoggio di tutto il mondo scientifico nazionale, europeo e mondiale.

L’assessore alla agricoltura dell’Emilia Romagna, Alessio Mammi, scende in campo a difendere tutte le produzioni regionali, dal Grana Padano al Parmigiano Reggiano, per citare solo i formaggi più noti e unici al mondo, i più imitati da tutti dagli Usa alla Cina. Ma lo fa a sostegno di tutti e 20 i colleghi  assessori: possibile che alimenti così ricercati e imitati nel mondo,  tutto a un tratto, diventino “nocivi o cattivi”.

Questo poi è quello che resta in testa al consumatore perché sono i termini che accompagnano la scelta di medici o ricercatori. Per fortuna pochi. Quello che fa scandalo è che un firmatario sia un italiano, oggi anche molto ascoltato dalla politica.

La sola Emilia Romagna ha 44 prodotti alimentari DO-IG per un valore all’esportazione in tutto il mondo di 7 miliardi di euro. Occorre che la comunità scientifica intervenga essa stessa chiarendo una volta per tutte se un formaggio senza arte e né parte è uguale allo stesso tipo di formaggio prodotto in zone limitate, sotto controllo maniacale, con un disciplinare pubblico e approvato dalla Commissione Europea. Non è più una questione solo italiana. L’importante sarebbe anche, come al solito, di non farci del male da soli, prendendo immediatamente le giuste posizioni legislative, giuridiche e legali anche nei confronti dei lobbisti o di favoreggiamento di multinazionali.

L’assessore Mammi è molto chiaro: “Non è così che si tutela la salute dei consumatori, non è così che si rispettano le qualità dei cibi. Quindi è con stupore e amarezza che ho appreso di un appello che si è diffuso in queste ore da una fonte ben chiara e autorevole che chiede di privilegiare su tutto il territorio europeo il semaforo nutri-score. Non posso pensare che ci siano connazionali che sottoscrivono la discutibile proposta di applicare sugli alimenti un’etichetta non chiara ai consumatori creando anche un grave danno per il cibo Made in Italy, di tutte le Regioni Italiane nessuna esclusa”.

Testo di Giampietro Comolli

Io ho sottoscritto un appello all’Europa contro la scelta del Nutriscore sia inglese che francese.

 

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