A ottobre inflazione turistica stabile a +3,8% annuo. Italia sotto la media UE

A ottobre inflazione turistica stabile a +3,8% annuo. Italia sotto la media UE

Secondo le stime di Demoskopika, nel mese di ottobre 2024 l’indice nazionale dei prezzi al consumo turistico per l’intera collettività (NICT), diminuisce dell’1,3% su base mensile (cioè rispetto al mese precedente) e del 3,8% su base annua (cioè rispetto allo stesso mese dell’anno precedente)

La dinamica dei prezzi del settore turistico registra un andamento stabile su base tendenziale, considerato che nel mese di settembre 2024 l’inflazione turistica su base annua stimata era anche al 3,8%. Analizzando la scomposizione dell’indice nazionale dei prezzi al consumo turistico per l’intera collettività nei contributi delle sue voci di spesa, si rileva che l’inflazione è sostenuta, seppur con pesi differenti, da tutte le componenti del paniere turistico individuato: servizi ricettivi e di ristorazione (+2,767 punti percentuali), servizi ricreativi e culturali (+0,670), pacchetti vacanza (+0,226) e servizi di trasporto (0,107). In altri termini, sono i servizi ricettivi e di ristorazione ad assorbire il 73,4% della crescita seguiti da servizi ricreativi e culturali (17,8%), dai pacchetti vacanza (6,0%) e, infine, dai servizi di trasporto (2,8%).

Spostando l’analisi sulle voci di dettaglio del “paniere turistico”, spiccano per crescita su base annua i voli nazionali (+19,4%), i servizi ricreativi e sportivi (+18,9%) e i pacchetti vacanza nazionali (+13,2%). Più contenuta, seppur significativa, la crescita dei prezzi voce dei servizi di alloggio in altre strutture, quali ad esempio i bed & breakfast (+7,7%), del trasporto ferroviario passeggeri (+4,8%) e del trasporto marittimo (+4,6%).
In chiave congiunturale, la dinamica dei prezzi registra una flessione prevalentemente per villaggi vacanze, campeggi, ostelli della giovent  e simili (-8,2%), per alberghi, hotel, pensioni e simili (-6,3%) e per i voli internazionali (-5,6%).

Tra i primi cinque sistemi regionali a registrare l’inflazione turistica più elevata si collocano Liguria (4,7%), seguita da Lazio (4,5%), Sicilia (4,3%), Piemonte (4,3%) ed Emilia-Romagna (4,2%). Sul versante opposto la dinamica dei prezzi più contenuta si registra prevalentemente nelle seguenti regioni: Molise (2,6%), Toscana, Abruzzo, Calabria (2,8%), e Valle d’Aosta (2,9%).

In base alle stime di Demoskopika, infine, l’indice armonizzato dei prezzi al consumo turistico (IPCAT) per l’Italia, sviluppato per assicurare una misura dell’inflazione comparabile a livello europeo, registra, nel mese di settembre 2024, un rallentamento del ritmo di crescita su base annua: dal 4,7% al 3,9% del mese precedente, a fronte di un 4,8% dell’Unione Europea. Una dinamica dei prezzi del “paniere turistico” che colloca il Belpaese al penultimo posto tra le aree “meno inflazionate”, preceduto dalla sola Francia (3,3%). Sul, versante opposto, a presentare, infine, un andamento dell’inflazione turistica più elevato dell’Italia tutte le rimanenti destinazioni osservate: Spagna (4,1%), Svezia (4,3%), Portogallo (5,0%), Germania (5,2%), Austria (5,3%), Paesi Bassi e Grecia (5,6%) e, infine, Polonia (7,4%).

 

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