Da Confindustria Alberghi un grido disperato: ‘Servono aiuti adeguati e immediati’

Da Confindustria Alberghi un grido disperato: ‘Servono aiuti adeguati e immediati’

Al Ministro Franceschini chiediamo un deciso scatto in avanti. Gli aiuti non possono inseguire la crisi, serve un piano per i prossimi mesi che disegni un percorso al fianco delle imprese e dei lavoratori del settore, per salvare il settore alberghiero ed il turismo italiano.

Sono molto decisi e senza perifrasi i toni che Confindustria Alberghi ha nei confronti delle ultime dichiarazioni governative, imporontate alla postività per il ministro Franceschini ma certo non rassicuranti per l’associazione. In qualunque altro momento 11 miliardi nell’arco di un anno a sostegno di turismo e cultura sarebbero sembrati una cifra importante, ma purtroppo in un anno catastrofico per il settore come quello che abbiamo vissuto e che oggi ha certificato anche l’ISTAT con i dati sulle presenze nei primi 9 mesi dell’anno, ci dicono quanto siano invece insufficienti.

Il solo settore alberghiero a fine anno consoliderà una perdita superiore ai 17 miliardi rispetto all’anno precedente. Le misure disposte, tutte certamente importanti, con il protrarsi ed aggravarsi della crisi sono diventate inadeguate. Il fondo perduto ha portato ad alberghi e terme 450 milioni, a fronte degli oltre 17 miliari di perdite.

Siamo sconcertati dal silenzio delle istituzioni e dei media rispetto al dramma che sta vivendo il settore alberghiero in queste settimane – commenta Maria Carmela Colaiacovo, Vice Presidente Confindustria Alberghi (nella foto) dopo le dichiarazioni miniteriali e ben conoscendo la profonda crisi in cui si trova il settore.  “La chiusura di Natale, il rischio – purtroppo concreto – dello slittamento ulteriore della riapertura degli impianti in montagna, rendono al crisi del settore sempre più grave e profonda e per molti irreversibile. Mancano gli aiuti per salvare il settore”. Questo anche perché malgrado le richieste continue e pressanti rivolte alle Istituzioni, ancora oggi, prosegue Colaiacovo – “non sono stati disposti aiuti e ristori adeguati per il settore alberghiero, a differenza di quanto accade negli altri paesi europei dove alle aziende sono messi a disposizione fondi a copertura delle effettive perdite di fatturato. 

Nei mesi scorsi a fronte di una perdita superiore all’80% del fatturato, i più fortunati hanno ricevuto poche decine di migliaia di euro, in percentuale alle sole perdite registrate nel mese di aprile. Le poche misure più consistenti, rischiano di essere inapplicabili, condizionate dal complesso percorso a Bruxelles degli aiuti di stato.

Con il blocco di Natale, la crisi per le aziende del settore è destinata ad aumentare ulteriormente, ma gli alberghi non sono neppure stati inseriti nella lista di chi percepirà i nuovi ristori. Se gli interventi non saranno veloci ed adeguati molti operatori non riapriranno o saranno costretti a cedere le loro attività. Un dramma per le imprese e per le tante famiglie che hanno costruito negli anni il turismo in Italia.

Servono aiuti immediati e un percorso per accompagnare queste aziende alla rinascita. Ma ancora oggi nelle bozze di PNRR la voce “turismo” è rimasta ferma a quei tre miliardi condivisi con la cultura che la dicono lunga sulla attenzione e sulla consapevolezza delle istituzioni rispetto al dramma che il settore sta vivendo.

Quella italiana è l’industria alberghiera più grande e importante d’Europa, fortemente interconnessa con tutte le principali filiere del made in Italy e della cultura. L’Italia non può permettersi di perderla, sarebbe un danno irreparabile per il Paese.

 

 

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