Dicembre ’20. Un Paese che non vuole puntare sul turismo!
Il nostro Paese è attonito, non sa più che strada prendere per uscire dalla lunga, pesante crisi creata dalla pandemia. I governi di tutto il mondo hanno dimostrato, chi più chi meno, di non avere le ricette giuste in grado di risolvere sia l’aspetto sanitario che quello della sicurezza, ma è un dato certo che stati come la Germania oggi scelgono la linea del rigore.
L’Unione Europea non ha mai pensato ad investire risorse e tecnologie sulla salute dei propri cittadini: una lacuna grave che ridimensiona ancora di più il ruolo e le strategie soltanto economiche della UE. L’Italia, a quasi un anno dalla terribile scoperta di questo pericoloso virus che ha già lasciato sul terreno un numero esorbitante di vittime – deteniamo infatti quale Paese europeo che ha questo triste primato la cifra record di oltre 65.000 decessi al 14.12.20 – si trova in mezzo al guado anche se i paesi più preparati sono già pronti o hanno già iniziato a vaccinare la propria popolazione per strapparla al Covid-19. Come più volte è accaduto in passato, il nostro Paese ha dato prova di grande impegno e partecipazione a livello di medici e personale ospedaliero, come di molte altre categorie a rischio ma è caduto sia nell’organizzazione nazionale (affidata ad una sola persona che si occupa di tutto e di più), sia per un nutrito gruppo di consulenti che – oltre a non ragionare con la stessa testa – ha di fatto sostituito con le sue decisioni – approvate sempre coi decreti legge – il nostro Parlamento, esautorandolo in quelle che sono le elementari regole repubblicane.
Ma veniamo alle recenti scelte che toccano pesantemente le categorie di voi lettori, cioè tutto il composito mondo alberghiero e quello altrettanto numeroso della ristorazione.
Il blocco degli impianti di risalita per lo sci e degli spostamenti nel lungo ponte da Natale all’Epifania contribuirà a chiudere quest’anno con un PIL ancora peggiore rispetto al previsto, se poi ciò sarà servito alla sicurezza del paese o meno lo sapremo tra parecchi mesi. Si doveva limitare il flusso degli sciatori sugli impianti ma lasciare aperto il flusso turistico, pur con limitazioni verso i flussi turistici, come fatto da Svizzera ed Austria, nostri confinanti. Nonostante l’appoggio e le pressioni delle regioni alpine nulla di questo è stato fatto, anzi semmai tutto l’opposto.
L’altra incredibile sorpresa di pochi giorni fa è stata la suddivisione per comparti della ricca torta chiamata Recovery Fund! E’ l’ennesima, amara conferma che questo Paese non vuole puntare sul turismo e non lo considera una priorità strategica, per il presente e per il futuro!
Come già saprete nel progetto di finanziamento europeo detto Next Generation al settore “Cultura e Turismo” il governo ha destinato appena 3,1 milioni di Eu: il comparto più colpito dalla pandemia ed anche uno dei settori trainanti della nostra economia si porterà a casa le briciole di una torta di ben 196 miliardi di Eu per Next Generation Italy (tra finanziamenti a fondo perduto e prestiti), non meno discutibili i 9 miliardi alla “Salute”, settore da ricostruire in toto per almeno due terzi del paese. Sono risorse largamente insufficienti dal momento che il solo settore alberghiero nel 2020 ha già perso quest’anno oltre 16 miliardi. E’ palese che il turismo non viene recepito da chi ci governa, i magri risultati ottenuti e una strategia di breve-medio periodo che non esiste parlano chiaro.
Quindi non resta, come sempre, che rimboccarsi le mani ed utilizzare questi lunghi periodi di sosta forzata investendo nelle attività che già state portando avanti con orgoglio quanto è possibile per un domani che verrà, ma che sarà comunque diverso dagli anni recenti. Bisogna intervenire per adeguare le strutture, utilizzare al meglio gli spazi, renderli conformi alla sicurezza sanitaria che resterà per molto tempo quale scelta primaria per l’ospitalità e le vacanze, si tratti di business o di leisure. Secondo i dati ISTAT diffusi oggi tra le aree più in sofferenza ci sono quella delle attività sportive e dell’intrattenimento seguite dai servizi alberghieri e ricettivi. Una quota significativa di imprese ora non operative si riscontra nel settore della ristorazione (circa 30mila imprese di cui 5mila non prevedono di riprendere).
Nella gestione interna della pandemia da metà gennaio ’21 con lo slogan «L’Italia rinasce con un fiore» si accompagnerà il simbolo che sarà presente in tutta la campagna per la somministrazione del vaccino anti-Covid 19 che pare inizierà dall’11 gennaio 2021 e proseguire per svariati mesi: sarà un fiore, la primula, il simbolo della campagna dei vaccini anti Covid. Ma cosa c’è dietro l’idea del fiore, cosa è stato fatto in concreto per partire realmente con le vaccinazioni? Esiste un elenco con le priorità al di là di quanto ci viene detto? Nessuno lo sa, nulla è stato fatto vedere e in assenza di prove reali aspettiamo con ben poca fiducia…
Con questa notizia che però ci auguriamo tutti possa essere di buon auspicio, auguro a tutti Voi lettori alcuni momenti di serenità nelle prossime festività natalizie, Buon Natale e Buon Anno!
Giulio Biasion
con tutti i collaboratori de l’Albergo
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