Dobbiamo credere alle statistiche sul turismo?

È stato questo il provocatorio titolo del convegno promosso dall’associazione “Itp – Italian Travel Press” che si è svolto presso la fiera di rimini nell’ambito di “Ttg Travel Experience”, moderato da Nicoletta Martelletto, presidente di Itp, che ha visto come relatori Maria Teresa Santoro, primo tecnologo Istat, responsabile Unità Statistiche Del Turismo; Emilio Becheri, ideatore e coordinatore del “Rapporto Sul Turismo Italiano” e Gavino Maresu, già docente di Gestione Delle Imprese E Degli Eventi Turistici all’università Di Genova
1 – Le “verità” enunciate e quelle nascoste dalle statistiche ufficiali sul turismo
Secondo l’ISTAT nel 2022 l’offerta turistico-ricettiva alberghiera ed extralberghiera in Italia consisteva in 224.644 imprese classificate ufficialmente con 5.200.234 posti letto.
A questa offerta ufficiale però occorre aggiungere anche oltre 3 milioni di case e appartamenti offerti in locazione turistica rilevati sia da Mercury/Rescasa in: “Il turismo italiano negli appartamenti, Primo Rapporto 2005”, sia dalla Federazione Italiana Agenti Immobiliari Professionali nel 2022 nel “Report Immobiliare delle locazioni brevi ad uso turistico nelle principali località italiane”. Ipotizzando che ogni appartamento disponga mediamente di 4 posti letto, si arriverebbe a un’offerta ricettiva di ulteriori 12 milioni di posti letto che attiverebbero il cosiddetto “Turismo che non appare”, come viene definito nel “XX Rapporto sul Turismo Italiano – 2015/2016”, edito dal CNR Dal confronto dei dati della “Indagine sul Turismo Internazionale, Statistiche 18 giugno 2024” della Banca d’Italia con quelli dell’ISTAT relativi alle presenze dei turisti stranieri in Italia negli anni 2014 e 2022, emergono infatti grandi differenze (Tab. 1), che si spiegano con il fatto che l’ISTAT analizza solo il movimento turistico nelle sole strutture ricettive alberghiere ed extralberghiere ufficialmente classificate, mentre la Banca d’Italia tiene conto di tutte le transazioni relative ai turisti internazionali che soggiornano nel nostro Paese in qualsiasi tipologia ricettiva classificata o meno, comprese le case vacanza in affitto anche presso amici o parenti, per cui nel 2022 secondo la Banca d’Italia i pernottamenti dei turisti stranieri sarebbero stati oltre 356 milioni, mentre secondo l’ISTAT solo 201 milioni.
Non esistono però statistiche da fonti ufficiali che analizzino anche il movimento turistico degli italiani che soggiornano per vacanza negli oltre 3 milioni di appartamenti di cui sopra, per cui per quantificare approssimativamente tale movimento ho applicato alle statistiche del 2022 la stessa metodologia di calcolo relativa ai dati del 2014, pubblicata sul citato “XX Rapporto sul Turismo Italiano”, al capitolo “Fra congiuntura e lungo periodo”, curato da Emilio Becheri. Quell’anno l’ISTAT rilevò 186.793.000 pernottamenti di turisti stranieri contro 326.412.000 della Banca d’Italia, pari cioè a 1,75 volte di quelli dell’ISTAT.
Per quanto riguarda i pernottamenti dei turisti italiani si scoprì che i 191 milioni di pernottamenti dei turisti italiani nelle strutture ricettive classificate nel 2014 (Tab. 2) rappresentavano solo il 18,5% di quelli totali desunti dalla “Indagine sui viaggi e vacanze degli Italiani” dell’ISTAT, di conseguenza quelli complessivi, compresi quelli nelle seconde case, arrivavano a 689,6 milioni, pari cioè a 3,61 volte (moltiplicatore di 3,61), per cui le presenze totali dei turisti italiani e stranieriin tutte le strutture ricettive classificate e non, sarebbero risultate 1,16 miliardi contro i 377,8 milioni rilevati dall’ISTAT nelle sole ufficiali (Tab.2).
Applicando quindi la stessa metodologia di calcolo e gli stessi moltiplicatori anche ai dati relativi al 2022 (pur conscio che tali moltiplicatori siano leggermente diversi rispetto a quelli del 2014) si ottiene che le presenze turistiche complessive tra italiani e stranieri sarebbero state 1 miliardo e 113 milioni, contro i 412 milioni rilevati dall’ISTAT.
2 – La competitività e il ranking del turismo italiano nel mondo
Anche nel corso del “G7 Turismo” a Firenze si è affermato che la Francia sia il Paese più visitato al mondo dai turisti internazionali perchè denuncia il numero più alto di arrivi alle sue frontiere, come si è verificato anche nel 2022 quando, secondo il UNWTO (Tab. 3) sono stati 79,4 milioni, in quelle della Spagna 71,7 (seconda), negli USA 50,9, in Turchia 50,5 e in Italia 49,8 milioni (quarta).
La classifica sugli arrivi però viene ribaltata da quella sulle presenze turistiche internazionali, che nel 2022 ha visto invece al primo posto la Spagna con 271,4 milioni, seguita dall’Italia con 201,1 milioni, dalla Turchia con 147,2 milioni, mentre la Francia si è collocata solo al quarto posto con 123,9 milioni, in mancanza dei dati relativi agli USA e alla Gran Bretagna.
Va inoltre osservato che se si dovesse tenere conto dei 356,6 milioni di presenze effettive dei turisti internazionali rilevati dalla Banca d’Italia (Tab.1), il nostro Paese nel 2022 e non la Francia né la Spagna sarebbe stato effettivamente il Paese più visitato al mondo! Ulteriore perplessità sul presunto primato della Francia la creano i dati della permanenza media (presenze – arrivi) (Tab.3): nel 2022 ogni turista internazionale vi è restato in media solo 1,44 giorni, dato che la colloca all’ottavo posto tra i dieci paesi più visitati al mondo, contro 4,17 giorni in Spagna (prima), 4,03 in Italia (seconda), 4,01 in Grecia (terza) e 3,74 in l’Austria (quarta). Infine ci si chiede come faccia la Francia a contare gli arrivi dei turisti dai Paesi UE, visto che dal 1993 vige il trattato di Shengen, che ha introdotto il principio della libera circolazione delle persone all’interno dei confini dell’U.E. senza alcun controllo alle frontiere.
3 – Conclusioni
Da quanto esposto finora emerge che per quanto riguarda l’Italia è tempo che si facciano analisi ben più approfondite circa l’effettivo movimento turistico nel nostro Paese dove il vero “overtourism” non è imputabile alle strutture ricettive ufficiali, ma al cosiddetto “turismo che non appare” che si svolge negli appartamenti di vacanza e che determina impatti spesso devastanti a carico delle risorse primarie e dell’ambiente naturale, culturale e antropico.
Per definire invece il ranking mondiale dei Paesi più visitati non si può prendere come parametro di riferimento solo quello degli arrivi (spesso fasulli!) alle frontiere, anche perché le sole statistiche non sono sufficienti a far comprendere un fenomeno così complesso e plurimo come il turismo! Infatti, come scrive Harry Henry nel libro “La ricerca motivazionale”: “Le statistiche sono come i bikini: rivelano cose molto interessanti e istruttive ma in genere nascondono l’essenziale!”.
Dopo la carrellata di numeri fin qui illustrati, credo però che nelle statistiche del turismo non siamo già arrivati al livello del bikini, ma siamo fermi ancora al… burka!
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