Dopo la crisi che ne faccio del mio Albergo?
Dopo due anni di Pandemia e con i venti di guerra in corso vale davvero la pena domandarsi se abbia o meno senso gestire una struttura ricettiva e, soprattutto, se abbia senso gestirla in una previsione economica non favorevole alla classe media. Il discorso, ovviamente, riguarda soprattutto gli alberghi 3 stelle di città, quelli in cui soggiornavano tecnici e viaggiatori di commercio e, d’estate, turisti appartenenti alla classe media, quelli dal portafoglio maggiormente messo in crisi dalle dinamiche economiche recenti.
I costi energetici aumentano al punto che l’adeguamento tariffario sarebbe penalizzante per l’ospite medio, mentre le attività commerciali tradizionali spostano il peso dalla relazione derivante dalla visita personale a quella online e, per finire, il turismo, con le solite eccezioni ferragostane o dei grandi centri culturali, non sembra rialzare la testa.
Che fare? Convertire la struttura in una di differente e superiore classificazione? Ok, ma il costo vale i possibili ritorni economici? L’Albergo dipende troppo, e troppo sensibilmente, dall’andamento territoriale: se il territorio non attira l’albergo, inevitabilmente, lavora poco. Parimenti se il territorio è una calamita di attività anche la stamberga più immonda lavora.
Ci sono altre possibili soluzioni, e derivano dall’andamento antropologico nazionale. Una soluzione è tradurre l’impresa in residenza temporanea; un’altra, coerente con l’invecchiamento della popolazione, è la residenza di lungo periodo per abbienti anziani; i movimenti epocali dei migranti favoriscono la trasformazione della struttura in Ospitalità temporanea per ‘richiedenti asilo’ oppure, tema preferito da alcune associazioni, Casa Accoglienza per persone in disagio sociale, generalmente giovani donne con tumultuose esperienze.
Quale scelta operare e in funzione di quali parametri?
Fondamentale è disporre di una competenza analitica degli sviluppi socio economici, senza la quale il rischio di sbagliare orientamento non è raro. Dopo di che vanno valutati gli elementi preferenziali dal punto di vista contributivo pubblico o del valore medio delle prestazioni private, ad esempio nel caso di residence per anziani. Oggi più che mai, per concludere, l’Albergo è una struttura duttile, adattabile alle necessità che si individuano e si profilano: guai a pensarlo, come un tempo, come struttura rigida e definita a priori. E, curiosamente, all’orizzonte si individuano più necessità alternative che non fruizioni caratteristiche.
Gilberto Borzini
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