Editoriale. Cambio di ministri al Ministero del Turismo, gli Stati Generali dettano i trend necessari

Editoriale. Cambio di ministri al Ministero del Turismo, gli Stati Generali dettano i trend necessari

Gli Stati Generali del Turismo conclusi da pochi giorni, voluti dall’ex Ministro del turismo Massimo Garavaglia che hanno riunito a Chianciano Terme oltre 100 tra operatori e professionisti, con l’obiettivo di fare il punto sullo stato dell’offerta turistica italiana, cercando di fotografare l’attuale situazione del nostro turismo dopo la pandemia ma con in corso la crisi energetica e l’inflazione che galoppa quasi al 13% e per organizzare le azioni future per il rilancio.

E’ mancata la presenza del nuovo Ministro, la senatrice Daniela Santanchè che, correttamente, ha lasciato spazio al precedente Ministro – che aveva fortemente voluto questo evento – ma ha affermato che incontrerà a breve tutte le categorie del nostro “sistema turistico”.

I più recenti dati illustrati dall’Istat nel corso della conferenza sono positivi per la ripresa del settore: nel periodo gennaio-agosto 2022, in Italia è stato registrato un aumento delle presenze turistiche totali pari al 74,7% rispetto allo stesso periodo del 2021, ma c’è da lavorare ancora per ritornare ai livelli pre-pandemia.

Secondo Federalberghi, nel periodo gennaio-settembre 2022, il calo delle presenze è stato del 6,8% rispetto allo stesso periodo del 2019: le associazioni di settore quindi chiedono nuovi interventi governativi per affrontare le emergenze – sia per il caro bollette – sia per una rimodulazione delle risorse del Pnrr per rendere più competitive le strutture ricettive.

Ma le esigenze che provengono dai diversi comparti sono svariate: ad esempio il turismo del benessere va aggiornato sia con investimenti mirati che creando di una rete di eccellenze per rilanciare il settore wellness.

Le fiere del turismo –  e non solo – hanno avuto una notevole ripresa; nel 2023 contano di ritornare ai livelli pre-Covid ma, per poter attuare un’ulteriore crescita, chiedono supporto per colmare il divario dai grandi competitor internazionali.

Gli Stati Generali, oltre alla verifica  dello stato del settore e all’analisi delle principali criticità da affrontare, sono stati il momento adatto per verificare e confermare i nuovi trend di gradimento, dal glamping all’outdoor, dall’esperienza dei musei diffusi al turismo di prossimità, fortemente riscoperto dopo la pandemia. Con la ripresa dei viaggi, diventa sempre più determinante l’esigenza di un turismo organizzato che sappia offrire un sistema di trasporti integrato e sostenibile, che coinvolga il trasporto ferroviario e quello su gomma, ma anche il settore aeroportuale e crocieristico. Su questo punto, che si chiama “intermodalità”, siamo rimasti fermi da troppo tempo e superati dai nostri competitor.

L’ultimo panel degli Stati Generali del Turismo si è concentrato sulla valorizzazione delle eccellenze enogastronomiche italiane, un “asset fondamentale del turismo” del nostro Paese, come ha evidenziato l’amministratore delegato di Enit, Roberta Garibaldi, sottolineandone l’importanza della salvaguardia, della comunicazione e della promozione dell’enogastronomia come volano del turismo, ancor più nei confronti dell’estero.

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Secondo alcune stime recenti nei primi 9 mesi dell’anno in Italia gli alloggi online hanno incassato 9,7 miliardi sino ad oggi. Tale boom favorisce l’uso di appartamenti sfitti ma continua a suscitare polemiche e perplessità sul piano fiscale. E mentre chiudono i piccoli hotel, aumentano i 5 stelle.

Gli albergatori – che sono ovviamente i più critici – definiscono il fenomeno una vera e propria giungla nella quale regna l’abusivismo. Secondo Federalberghi dal 2017 ad oggi il mancato introito fiscale relativo alle locazioni brevi, solo per la cedolare secca, ammonta a 788 milioni di euro. Ma va detto che negli ultimi dieci anni le case vacanza sono esplose: oggi per la quantità di annunci presenti sui portali di prenotazione l’Italia è diventata la terza piazza mondiale, preceduta solo da Stati Uniti e Francia.

Mentre sappiamo che la crisi delle pensioni è irreversibile anche il ricettivo extra-alberghiero come i villaggi turistici è in crisi da alcuni anni, non riuscendo a utilizzare queste grandi strutture nel corso dell’anno. Anche questo è un punto da dibattere: noi abbiamo iniziato a farlo sul nostro web e proseguiremo con interviste ai maggiori operatori del settore.

                                                                                                       Giulio Biasion

 

Credits: Foto di copertina, ADNKronos

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