DESIGN Trend. Come si evolverà ora l’esperienza di ospitalità?
Rispondere a questa domanda, solo poche settimane fa, sarebbe stato semplice. Una rapida ricerca sui dati macro economici del settore, calati nella realtà italiana, un’analisi dei trend di mercato dell’offerta e della domanda e si avrebbe così delineata quella che avremmo potuto definire “l’ospitalità del futuro”. Nel breve volgere di poche settimane però sono saltate tutte le analisi, le ricerche, le statistiche e ci si ritrova ora a cercare di interpretare dei segnali che arrivano dettati per lo più dell’emotività del momento che stiamo ancora vivendo. L’unica certezza che abbiamo è che il settore del turismo uscirà con le ossa non rotte ma frantumate da questa pandemia. Gli alberghi sono stati i primi a pagare pegno e saranno anche gli ultimi ad uscire da questa crisi. Crisi che è capitata in un momento in cui nel mercato si stavano stabilizzando segnali di ottimismo sia dal punto di vista delle presenze e dei flussi turistici, sia da quello degli investimenti.
Ci vorranno almeno due anni per ritrovare le percentuali di occupazione pre-pandemia, sempre che questo momento venga vissuto come uno stimolo per poter migliorare l’offerta senza piangersi troppo addosso. Oggi in Italia la quasi totalità delle strutture ricettive è chiusa o sta riaprendo ora e forse pochi, al di fuori del nostro settore, si rendono conto che non si sa quante di queste saranno in grado di riaprire. Non volendomi però soffermare su aspetti economici o politici che non mi competono, cercando di concentrarmi di più sugli aspetti di progettazione e design, quello che possiamo affermare con certezza è che non saranno solo le indicazioni definite dall’Organizzazione Mondiale della Sanità a dettare le linee ma giocherà un ruolo importante il condizionamento vissuto in queste settimane di isolamento, volontario o forzato.
Le grandi catene internazionali saranno le prime ad adeguarsi avendo già nel loro DNA degli standard e delle procedure operative cha avranno solamente la necessità di essere modificate, ma come sappiamo la penetrazione delle catene nel nostro Paese non è così diffusa e quindi gli alberghi indipendenti, o i piccoli cluster di hotel guidati da un’unica gestione, dovranno ripensare al loro modo di operare. Oggi assistiamo quotidianamente a webinar che si soffermano solamente ad un unico aspetto: quello della ripartenza. Non vedo, devo dire purtroppo, la visione al dopodomani; tutti troppo concentrati sulla necessaria e salvifica riapertura. Ma poi? Perché non approfittare di questo momento di stop per pensare ad un nuovo modo di far vivere agli ospiti i propri spazi ed offrire nuovi servizi?
Chiunque oggi pensi di progettare una nuova struttura, che sia essa un hotel o un resort o un villaggio vacanze, deve essere propositivo. Portare soluzioni diverse che gli operatori per consuetudine o per, passatemi la provocazione, pigrizia non hanno voluto vedere. Ovviamente non si può non tener conto delle prescrizioni dell’OMS, ma ancor di più si dovrà riuscire ad interpretare quello che nei desideri dei clienti sta mutando. Se oggi la tecnologia è un aspetto importante, domani lo diventerà ancora di più, diventerà parte integrante dell’operatività.
Basti pensare a come dovranno essere ripensate le reception: oggi nei momenti di punta per il check-in o il check-out stazionano un gran numero di clienti e domani, con il distanziamento sociale al quale ci stiamo abituando e che diventerà consuetudine, non sarà più possibile e nemmeno desiderato. Spazio quindi alla possibilità di eseguire queste operazioni ancor prima di arrivare in hotel e di vedersi assegnata la camera con un semplice messaggio; così come poter fare le operazioni di check-out attraverso una semplice applicazione del proprio smartphone o dalla camera attraverso collegamento video. Gli spazi dedicati alla lounge ed alla lobby dovranno essere più dilatati così come quelli dei bar e cocktail bar.
Le camere poi dovranno essere più ampie con la possibilità di connessioni ad alta velocità per poter essere utilizzate anche come uffici. Già qualche catena alberghiera si è mossa in questa direzione realizzando camere che possano essere vivibili per periodi medio lunghi e che prevedono anche kit per l’auto diagnostica. Un’azienda statunitense ha realizzato rivestimenti per i bagni delle camere che rilevano i dati biometrici dell’ospite (rispettandone la privacy) e comunicando istantaneamente lo stato di salute. Altro settore che dovrà essere ripensato completamente sarà quello della ristorazione.
Il buffet delle colazioni ha ancora senso? Ha gli spazi adeguati per poter garantire un servizio agli ospiti mantenendo le distanze, l’igiene e la sicurezza? O si vedrà un ritorno alle mono dosi preconfezionate, piuttosto che ad un’esplosione dei room service? Nei ristoranti poi come si può gestire la qualità elevata che sempre di più negli ultimi anni è stata sinonimo di calore ed accoglienza, di relazione oltre che di servizio con queste nuove aspettative? Gli spazi dovranno essere completamente ripensati, i dimensionamenti destinati ad ogni singolo servizio adeguati. Se per sanificare una camera ci si mette più tempo rispetto al passato, si dovrà avere più personale e più personale significa più spazio nel back office.
Per non parlare poi delle aree fitness e SPA che probabilmente non saranno più ad uso libero ma che andranno prenotate, per poter garantire anche qui lo spazio individuale necessario, o addirittura inserite all’interno delle camere stesse. Ogni piccola modifica do ogni singolo servizio si ripercuote sulla progettazione complessiva degli spazi. Il lavoro dei progettisti per i prossimi anni sarà quello di cercare di proporre soluzioni disegnando strutture che siano performanti sia dal punto di vista operativo sia da quello gestionale. Ormai lo studio di architettura non può più prescindere dal valutare anche gli aspetti di ritorno dell’investimento e della messa a reddito di ogni singolo metro quadro dell’immobile; la scelta dei lay out funzionali, della suddivisione degli spazi, delle funzioni d’uso e, non ultimo, dei materiali deve essere il risultato di un’analisi attenta fatta con l’investitore ed il futuro gestore sulla tipologia di prodotto ed il target di riferimento.
Una volta definiti questi si può lasciare spazio alla creatività. Non sarà più possibile assistere alla realizzazione di strutture alberghiere che rispondano quasi esclusivamente ad esigenze estetiche o a sterili studi di stile che non tengano in considerazione che, in definitiva, l’albergo è un’azienda e per essere di successo come tale deve essere pensato e realizzato.
Giorgio Ghiselli, Wip Architetti
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