Il Rapporto sul Turismo Italiano dal 2020 al 2022
Il primo Rapporto sul turismo italiano fu presentato a Firenze nel 1984, il suo ideatore e fondatore fu Piero Barucci: fin da allora la funzione di coordinamento fu affidata a Emilio Becheri che cura anche l’edizione di quest’anno insieme a Giulio Maggiore, Alessandra Marasco e Alfonso Morvillo. Molta acqua è passata sotto i ponti, nel frattempo il Rapporto è giunto alla XXV edizione ed è ormai riconosciuto come un documento fondamentale per le politiche del turismo in Italia: nel suo genere l’opera è divenuta un modello di riferimento anche per altri Paesi che hanno realizzato documenti simili.
Il Rapporto è edito e curato dal CNR (Consiglio Nazionale delle Ricerche) e in particolare da due suoi Istituti: l’IRISS (Istituto di Ricerca su Innovazione e Servizi per lo Sviluppo) e l’ISPC (Istituto di Scienze del Patrimonio Culturale) che per l’edizione di quest’anno si sono avvalsi anche della collaborazione di CISET/Università Ca’ Foscari di Venezia, ISNART (Istituto Nazionale Ricerche Turistiche), NUVAP (Nucleo di Valutazione e Analisi per la Programmazione, presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri), SISTUR (Società Italiana di Scienze del Turismo) e di Turistica/Italian Journal of Tourism.
Il volume si articola in cinque parti: Statistiche ed Economia; Servizi per il turismo; Competitività delle destinazioni; Turismi e Mercati Sistema Italia; Politiche per il turismo. I singoli capitoli sono elaborati da docenti, tecnici ed esperti nelle varie discipline, tematiche e settori che si intersecano con il sistema-turismo. Il Rapporto costituisce quindi il documento di riferimento per le politiche a livello nazionale, regionale e locale e si conferma come strumento indispensabile di supporto alle scelte strategiche di tutti gli attori, pubblici e privati, che operano nel comparto.
La XXV edizione cade in un periodo molto particolare perché, dopo il boom del 2019 che a livello globale ha registrato 1.465 milioni di arrivi, nel 2020 (annus horribilis non solo del turismo!) invece a causa del covid-19 si è registrato un crollo degli stessi del 72,3%, raggiungendo la soglia minima di 406 milioni di arrivi nel mondo, con una leggera ripresa nel 2021, quando sono arrivati a 429 milioni.
L’andamento dell’economia del turismo in Italia
Nella tabella 1 sono riportati i dati dell’andamento dell’economia del turismo in Italia negli ultimi tre anni, dai quali si evince che la spesa turistica complessiva nel nostro Paese è passata dai 111,6 miliardi di euro nel 2019 ai circa 57,4 miliardi nel 2020 (- 48,6%) e a poco meno di 70 miliardi nel 2021 (- 37,3% rispetto al 2019). Se si esamina la composizione di tali cifre emerge che i crolli sono da attribuirsi in gran parte alla spesa dei turisti stranieri, passata dai 44,3 miliardi nel 2019 ai 17,3 del 2020 (- 60,9%), ai 21,3 del 2021 (-52,0% rispetto al 2019).
Tab. 1 – Il trend dell’economia del turismo nel triennio 2019-2021
Fonte: Elaborazione di Mara Manente su dati della Banca d’Italia e di ISTAT
Più contenuta risulta infatti la diminuzione dei consumi turistici degli italiani che hanno trascorso le vacanze in Italia, la cui spesa turistica è passata dai 67,3 miliardi del 2019 ai 40 del 2020 (- 40,5%), ai 48,7 del 2021 (- 27,6% rispetto al 2019). Ancora più consistenti sono stati invece i crolli delle spese degli italiani per i viaggi all’estero, passate dai 27,1 miliardi del 2019 ai 9,6 del 2020 (- 64,7%) ai 12,6 del 2021 (- 53,3% rispetto al 2019). Questi dati hanno inciso quindi in maniera decisiva sui saldi della bilancia turistica, come si evince dall’analisi dei dati riportati nella tabella n. 2, da cui risulta che nel 2019 il saldo tra la spesa dei turisti stranieri in Italia (turismo di esportazione) e quella all’estero dei turisti italiani (turismo di importazione) ha registrato un attivo di 17.202 milioni di euro, passati a soli 7.755 nel 2020 (-55%) e a 8.621 (- 50%) nel 2021.
Ben diverso, nello stesso triennio, è stato l’andamento della bilancia commerciale che, secondo i dati della Banca d’Italia, ha registrato nel 2019 un saldo attivo di 59.754 milioni di euro, salito infatti a 60.684 nel 2020 (+ 2%) per poi scendere a 42.911 milioni nel 2021 con una flessione del 38%, sempre comunque più contenuta di quella della bilancia turistica, che nello stesso anno, rispetto al 2019 è stata del 50%.
Questo confronto conferma ancora una volta la tesi che il fattore sicurezza è quello determinante nella scelta di una destinazione di viaggio o di una località di vacanza: il turismo è quindi il settore che più di tutti gli altri subisce questo condizionamento, cui non sono invece soggetti tutti gli altri settori economico-produttivi.
Tab. 2 – La bilancia turistica – Consumi in Italia dei Non Residenti (CINR) – Consumi all’estero dei Residenti in Italia (CERI) – Numeri Indice (NI) – Saldi – Valori a prezzi correnti in milioni di euro
ANNI | CINR | NI 2019=100 | CERI | NI 2019=100 | SALDI | NI 2019=100 |
2019 | 44.302 | 100 | 27.100 | 100 | 17.202 | 100 |
2020 | 17.332 | 40 | 9.577 | 35 | 7.755 | 45 |
2021 | 21.266 | 48 | 12.645 | 47 | 8.621 | 50 |
Fonte: Ns. elaborazione su dati Banca d’Italia e ISTAT desunti dal XXV Rapporto sul Turismo Italiano
Il movimento turistico
Questo assioma è confermato anche dall’andamento della domanda turistica negli anni cruciali della pandemia, come emerge dall’analisi dei dati della tabella 3, dove i pernottamenti sono crollati dai circa 437 milioni nel 2019 (anno pre-pandemia) a 208 milioni nel 2020 (- 52,3%), per poi risalire nel 2021 a 289 milioni, dato che comunque evidenzia un crollo del 33,8% rispetto al 2019.
Tab. 3 – Le presenze turistiche nelle regioni italiane e complessive nel triennio 2019/2021
Regioni e P.A. | 2019 | 2020 | 2021 | Variazioni % 2021/2019 |
Piemonte | 14.889.951 | 6.636.012 | 9.279.597 | – 37,7% |
Valle d’Aosta | 3.625.616 | 2.194.589 | 1.893.178 | – 47,8% |
Lombardia | 40.482.939 | 15.529.134 | 25.120.583 | – 37,9% |
P.A. di Bolzano | 33.643.455 | 21.703.816 | 23.750.886 | – 29,4% |
P.A. di Trento | 18.431.051 | 11.701.138 | 11.946.879 | – 35,2% |
Veneto | 71.236.630 | 32.491.951 | 50.637.854 | – 28,9% |
Friuli V.G, | 9.052.850 | 4.744.256 | 7.275.716 | – 14,7% |
Liguria | 15.074.888 | 8.568.423 | 11.791.468 | – 21,8% |
Emilia Romagna | 40.360.042 | 22.229.208 | 30.814.989 | – 23,6% |
Toscana | 48.077.301 | 21.972.603 | 31.323.954 | – 34,8% |
Umbria | 5.889.224 | 3.017.352 | 4.448.061 | – 24,5% |
Marche | 10.370.800 | 7.670.124 | 9.623.489 | – 7,2% |
Lazio | 39.029.255 | 9.391.122 | 12.938.755 | – 66,8% |
Abruzzo | 6.176.702 | 4.012.792 | 5.197.765 | – 15,9% |
Molise | 439.645 | 331.966 | 456.011 | 3,7% |
Campania | 22.013.245 | 7.281.574 | 10.720.239 | – 51,3% |
Puglia | 15.441.469 | 10.133.031 | 13.874.818 | – 10,1% |
Basilicata | 2.733.969 | 1.376.159 | 1.795.157 | – 34,3% |
Calabria | 9.509.423 | 4.518.226 | 5.977.361 | – 37,1% |
Sicilia | 15.114.931 | 6.622.498 | 9.689.251 | – 35,9% |
Sardegna | 15.145.885 | 6.321.111 | 10.632,221 | – 29,8% |
Totale Italia | 436.739.271 | 208.447.085 | 289.178.142 | – 33,8% |
Fonte: ns. elaborazione su dati ISTAT, desunti dal XXV Rapporto sul Turismo Italiano
A questo proposito però occorre precisare che tutti i dati relativi ai pernottamenti riportati nella tabella (fonte ISTAT) riguardano solo quelli relativi alle strutture ricettive alberghiere ed extralberghiere classificate ufficialmente, non comprendono quindi quelli relativi agli appartamenti, residence e case-vacanza in affitto, ma di questo si parlerà in un apposito paragrafo.
Il trend dell’offerta ricettiva
Un po’ diverse sono invece state le dinamiche delle imprese ricettive alberghiere ed extralberghiere negli anni della pandemia, come risulta dall’approfondimento dei dati delle tabelle 4 e 5. In particolare dal 2019 al 2021 le strutture alberghiere hanno avuto un decremento complessivo degli esercizi del 2,1%, passando da 32.730 a 32.109, e del 1,2% del numero dei letti, passati da 2.260.490 a 2.232.676.
Tab. 4 – L’offerta ricettiva alberghiera 2019/2021
Categoria Esercizi |
Ricettività |
Valori assoluti | Variazioni %2021/2019 | ||
2019 | 2020 | 2021 | |||
5 Stelle e
5 Stelle Lusso |
Esercizi | 554 | 571 | 601 | + 15,4% |
Letti | 84.913 | 85.124 | 90.118 | + 11,4% | |
4 Stelle | Esercizi | 6.074 | 6.144 | 6.217 | + 4,5% |
Letti | 816.984 | 821.386 | 827.596 | + 3,3% | |
3 Stelle | Esercizi | 15.128 | 14.859 | 14.837 | – 2,6% |
Letti | 917.786 | 895.255 | 892.197 | – 4,2% | |
2 Stelle | Esercizi | 5.451 | 5.236 | 5.110 | – 8,9% |
Letti | 171.735 | 163.850 | 160.231 | – 9,6% | |
1 Stella | Esercizi | 2.597 | 2.457 | 2.398 | – 10,7% |
Letti | 61.535 | 58.059 | 57.317 | – 9,5% | |
Residenze Turistico-Alberghiere | Esercizi | 2.926 | 2.935 | 2.946 | + 1,3% |
Letti | 207.537 | 205.590 | 205.217 | – 1,1% | |
Totale Ricettività
Alberghiera |
Esercizi | 32.730 | 32.202 | 32.109 | – 2,4% |
Letti | 2.260.490 | 2.229.264 | 2.232.676 | – 1,2% |
Fonte: Ns. elaborazione su dati ISTAT desunti dal XXV Rapporto sul Turismo Italiano
Questi cali sono dovuti quasi esclusivamente alle strutture di categoria medio-bassa ed in particolare agli alberghi a 1 stella, che hanno avuto un decremento del 10,7% del numero di esercizi e del 9,5% del numero di letti; quelli a 2 stelle rispettivamente del 8,9% e del 9,6%, mentre più contenute sono state le perdite degli alberghi a 3 stelle, che hanno perso il 2,6% degli esercizi e il 4,2% dei letti,
Opposto è invece stato l’andamento degli alberghi di categorie superiori; quelli da 5 stelle e di Lusso sono aumentati del 15,4% nel numero delle strutture, passate da 554 del 2019 a 601 nel 2021, e del 11,4% nei posti-letto, aumentati nello stesso periodo da 84.913 a 90,118. Gli alberghi a 4 stelle a loro volta sono passati nello stesso periodo da 6.073 a 6.217 (+ 4,5%) e i posti-letto da 816,984 a 827.596 (+ 3,3%).
Presumibilmente si dovrebbe quindi dedurre che la clientela di grande capacità di spesa abbia continuato non solo a viaggiare negli anni della pandemia, ma anche ad incrementare la loro permanenza nelle strutture ricettive di categoria superiore del nostro Paese, pur essendosi verificata una grande diminuzione sia del numero di presenze complessive (- 33,8%) come evidenziato nella tabella 3, sia dei consumi turistici complessivi, crollati del 37,3% come evidenziato nella tabella 1.
Esaminando i dati della tabella 5 inoltre giova evidenziare che la ricettività extralberghiera ha visto aumentare tra il 2019 e il 2021 il numero di esercizi del 1,5%, passati da 185.597 a 188.348, a fronte di una diminuzione dell’1,0% dei letti, passati da 2.915.313 a 2.887.499.
Le statistiche del turismo in Italia
“Le statistiche talvolta rappresentano un paradosso perché nascondono la verità”. Questa frase è scritta nel capitolo “La produzione statistica sul turismo in alcune Regioni e la loro compatibilità con le statistiche ufficiali nazionali”, curato da Mara Manente ed Emilio Becheri e pubblicata sul “XXIV Rapporto sul Turismo Italiano 2019-2020”. Vi si che afferma infatti che “Fin dal XIII Rapporto sul turismo italiano (2004) è stata evidenziata la necessità di compiere indagine aggiuntive per indagare, approfondire e completare alcuni aspetti del mercato, come, appunto, il ruolo delle abitazioni per vacanza e gli aspetti motivazionali”.
Tab. 5 – L’offerta ricettiva extralberghiera e consistenza della ricettività totale – 2019/2022
Tipologia delle Strutture |
Ricettività |
Valori assoluti |
Variazioni %
2021/2019 |
||
Campeggi e Villaggi Turistici | N. Esercizi | 2.616 | 2.506 | 2.568 | -1,7% |
N. Letti | 1.322.467 | 1.304.744 | 1.306.693 | -1,2% | |
Alloggi in affitto gestiti in forma imprenditoriale | N. Esercizi | 109.111 | 117.704 | 113.924 | -4,7% |
N. Letti | 831.507 | 853.933 | 839.643 | -1,0% | |
Agriturismi | N. Esercizi | 20.149 | 20.160 | 19.069 | -5,3% |
N. Letti | 277.112 | 281.002 | 274.541 | -0,9% | |
Ostelli per la Gioventù | N. Esercizi | 685 | 683 | 699 | 2,0% |
N. Letti | 38.094 | 37.509 | 38.238 | 0,4% | |
Case per ferie | N. Esercizi | 2.402 | 2.205 | 2.165 | -10,0% |
N. Letti | 128.992 | 122.958 | 124.853 | -3,2% | |
Rifugi alpini | N. Esercizi | 1.200 | 1.214 | 1.197 | -0,2% |
N. Letti | 38.046 | 37.948 | 37.240 | -2,2% | |
Altri esercizi ricettivi | N. Esercizi | 13.224 | 14.182 | 14.361 | 8,5% |
N. Letti | 86.951 | 90.584 | 79.420 | -8,1% | |
Bed & Breakfast | N. Esercizi | 36.210 | 35.999 | 34.365 | -5,1% |
N. Letti | 192.144 | 193.414 | 186.871 | -2,7% | |
Totale Ricettività
Extralberghiera |
N. Esercizi | 185.597 | 194.653 | 188.348 | 1,5% |
N. Letti | 2.915.313 | 2.922.092 | 2.887.499 | – 1,0% | |
Totale Ricettività
Alberghiera |
N. Esercizi | 32.730 | 32.202 | 32.109 | – 2,4% |
N. Letti | 2.260.490 | 2.229.264 | 2.232.676 | -1,2% | |
Totale dell’Offerta
Ricettiva Italiana |
N. Esercizi | 218.327 | 226.855 | 220.457 | 1,0% |
N. Letti | 5.175.803 | 5.151.356 | 5.120.175 | -1,0% |
Fonte: Ns. elaborazione su dati ISTAT desunti da XXV Rapporto sul Turismo Italiano
Questo argomento purtroppo non è stato trattato nel XXV Rapporto, tuttavia per illustrare il senso di questa affermazione soccorrono alcuni dati pubblicati dalla Banca d’Italia pubblicati il 16 giugno 2022 su “Indagine sul turismo internazionale – Statistiche”, dove vengono riportati i seguenti dati relativi ai pernottamenti dei viaggiatori stranieri in Italia che sarebbero stati 402,1 milioni nel 2019, 183,3 nel 2020, e 208,5 milioni nel 2021.
Se si confrontano questi dati con quelli relativi al movimento turistico complessivo nelle strutture ricettive ufficialmente classificate delle Regioni italiane e pubblicati nella tabella 3, balzano evidenti le incongruenze: com’è possibile infatti che i pernottamenti totali dei turisti sia italiani sia stranieri siano stati secondo l’Istat 436,7 milioni nel 2019 a fronte dei 402,1 dei soli turisti stranieri secondo i dati della Banca d’Italia? Stessa osservazione va fatta anche per gli anni 2020 (208,5 contro 183,3) e 2021 (289,2 contro 208,5)!
Purtroppo nel XXV Rapporto i dati non sono suddivisi in base alle due componenti della domanda turistica: quella straniera e quella nazionale, per cui non siamo in grado di stabilirne il relativo perso in termini sia assoluti sia percentuali!
Di sicuro il movimento turistico effettivo nel nostro paese non è quello delle statistiche ufficiali dell’ISTAT: a queste andrebbero infatti aggiunti i dati sulle presenze turistiche nelle struttura ricettive non classificate come residence, case e appartamenti di vacanza che, in base a calcoli e ricerche condotte da Istituti come New Mercury e ISNART, comporterebbero a un moltiplicatore da 2,5 e 3 le statistiche dell’Istat, facendo ascendere a circa 1 miliardo complessivo le presenze turistiche effettive nel nostro Paese in epoca pre-pandemica e, si spera, a partire dal 2022.
Testo di Gavino Maresu
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