La crisi del personale si risolve con azioni concrete. La Venere inadatta per un turismo di Qualità

La crisi del personale si risolve con azioni concrete. La Venere inadatta per un turismo di Qualità

In questo numero (della rivista cartacea) abbiamo affrontato uno dei temi più scottanti del positivo inizio di stagione per gli albergatori ed i ristoratori ma che non può tenere sotto la sabbia un problema che, seppur già presentatosi nelle ultime due stagioni estive, non è stato affrontato con la dovuta efficacia. Si spera che lo stellone italiano risolva un problema quanto mai complesso, strutturale, che, alla luce del progressivo crollo delle nascite, diventerà sempre più complicato da risolvere in futuro.

Parliamo dei giovani diplomati che escono dagli Istituti Alberghieri e che dovrebbero trovare lavoro in hotel, specie con i contratti stagionali, ma che attualmente mette in dif- ficoltà gli hotel di fascia alta e medio alta; così pure avviene per i ristoranti con caratteristiche similari.

Ma il forte crollo di presenze avvenuto negli istituti alberghieri non è causato solo del forte calo demografico interno. Dopo il boom dell’anno scolastico 2014-2015, con 64.296 iscritti al 1° anno, tale numero ha registrato una inarrestabi- le discesa, fino a dimezzarsi nelle iscrizioni per l’anno scola- stico in corso.

I profili maggiormente carenti rimangono quelli del settore ristorativo: camerieri, cuochi e barman. Molto difficili da trovare camerieri, maitre qualificati e chef de rang di buona esperienza, ma anche le cameriere ai piani, le housekeeper ed i receptionist.

Inoltre urge lavorare sull’aggiornamento delle competenze per rispondere alle esigenze delle imprese turistiche: infatti, su un livello più alto, le nuove figure professionali più richie- ste sono queste: energy manager, social media manager, data analyst, digital marketing manager ed esperti di digital management per prodotti e destinazioni turistiche.

Roberto Necci, imprenditore alberghiero e responsabile del Centro Studi di Federalberghi Roma, ci sottolinea alcuni punti: “Da parte nostra vediamo questa situazione:

  1. mancanza di motivazione, spesso i giovani appaiono impauriti e svogliati;
  2. disabituati al sacrificio, con problemi negli orari e nell’alzarsi la mattina;
  3. pare che siamo in un mondo parallelo e con difficoltà ad interloquire con la realtà.

Inoltre ai colloqui si presenta il 20%, e degli altri non si hanno tracce. Oppure chi decide di iniziare abbandona i contratti indeterminati dopo uno o due giorni. È un fenomeno nuovo, da analizzare”.

Anche da parte degli operatori del settore è importante una riflessione in quanto non si può dare per scontato che i giovani di oggi siano uguali a quelli di ieri, nè che gli scopi di vita siano gli stessi o che vogliano accettare regole uguali al passato. Se è vero che molti, forse i più preparati vanno a lavorare all’estero anche da noi cambiare l’approccio: dando paghe più adeguate, accettando di offrire una turnazione che tenga presente anche determinate esigenze, con la possibi- lità di un miglioramento delle condizioni per i più meritevoli. Vi sono anche giovani che imparano il lavoro con competenza e dedizione ma, o subito o dopo il secondo anno, vogliono cambiare ruolo o professione come avessero raggiunto un livello già ottimale.

Il lavoro oggi, per moltissimi giovani, non è più la priorità e la disponibilità al sacrificio è molto ridotta. Credo inoltre che a livello di programmi e di docenti vi sia molto da fare: vanno attualizzati gli uni e gli altri ma soprattutto l’insegnante deve essere un buon motivatore per i giovani: se questo manca cosa si può pretendere da ragazzi, già in età critica, di trovare motivazioni o certezze?

Leggete in questo numero l’intervista ad un giovane manager e come fa a motivare il suo staff di hotel a cinque stelle; capirete che le motivazioni e l’esempio contano più di tante ore di lezione seguite con scarso profitto.

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È stata presentata la nuova campagna di promozione dell’Italia nel mondo, curata dalla nota agenzia Armando Testa e voluta da Ministero del Turismo ed Enit. Non è solo il claim “Italia: open to meraviglia” a lasciarci perplessi per via del mix di italiano e inglese ma anche il soggetto della campagna. Infatti il testimonial è l’immagine della Venere di Sandro Botticelli, ridisegnata in chiave di “virtual influencer”!

Credo che l’investimento della campagna, 9 milioni di Euro, avrebbe meritato ben altro approccio per promuovere la cultura, l’arte e le bellezze naturali, ecc. del nostro Paese. O forse si punta solo al target dei giovani che vivono per segui- re le mode dei vari influencer? I target di turisti nel mondo a cui a cui si punta forse meritavano qualcosa di più serio e anche più accattivante. e ppooii perchè spingere destinazioni già sature conme Roma e Venezia, quest’ultima inoltre con seri problemi nella gestione di flussi già eccessivi? Un sondaggio preventivo ci avrebbe risparmiato le critiche che già stanno arrivando numerose.

Giulio Biasion

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