l’Albergo n. 63 – Le linee guida del piano nazionale per una Italia più digitale, verde, competitiva
Superata un’estate tra le più complesse e difficili della nostra storia, con situazioni molto diverse, dal positivo al negativo a seconda delle situazioni geografiche quindi del diverso tipo di vacanza offerta – come leggerete nell’analisi curata da Stefano Bonini – ora affrontiamo un autunno carico di incognite e di perplessità, anche per la crescente ripresa dei contagi, molto anticipata rispetto alle previsioni di qualche mese fa. Questo ha inevitabilmente frenato le prenotazioni a Roma e in altre città d’arte, con le relative disdette.
Secondo i dati stimati da Cst Firenze per Assoturismo Confesercenti è leggermente aumentato il numero degli italiani che hanno fatto le vacanze nel Paese (+1,1%) ma il calo degli stranieri è stato peggiore delle attese (-65,9%): spariti due su tre. E’ quanto emerge dai primi dati elaborati su di un campione di 1.975 imprenditori nazionali della ricettività, che evidenziano come si siano svuotate città d’arte (-49,6%) e laghi (-48,6%) mentre hanno resistito montagna (-19%) e mare (-23,7%). Nel trimestre giugno-agosto le presenze nelle strutture ricettive ufficiali in Italia si sono fermate a 148,5 milioni, oltre 65 milioni in meno rispetto al 2019 (-30,4%), con un maggior calo nell’alberghiero (-32,6%) rispetto all’extralberghiero (-27,5%).
Dal punto di vista del fatturato, le imprese segnalano un crollo rilevante dei volumi, stimato mediamente al 37,5% rispetto allo stesso periodo del 2019, (-38,7% gli hotel e -33,8% l’extralberghiero). Si stimano in circa 40 mila le strutture ricettive che hanno aderito alla misura governativa del Bonus Vacanza, di cui il 73% nel settore extralberghiero. “Il recupero fisiologico della domanda italiana nelle settimane centrali di agosto non è stato sufficiente ad agganciare il rimbalzo”, ha spiegato Vittorio Messina, presidente di Assoturismo Confesercenti. “Bisogna estendere e modificare il meccanismo dei buoni vacanze: la bassa adesione dimostra che, così com’è, è troppo oneroso per gli imprenditori, che non sono nelle condizioni di perdere liquidità”.
Proprio mentre andiamo in stampa il premier Giuseppe Conte con i ministri hanno dato il via libera alle basi del piano per utilizzare il Recovery fund, il Fondo di recupero, questo il vero significato del termine, con i 209 miliardi di euro messi a disposizione dalla Ue. Il premier, ora che sono state approvate le linee guida con la definizione dei criteri dei progetti e i relativi contesti di riforma, tiene l’obiettivo principale sul progetto per il Recovery fund, nato con l’obiettivo di arginare l’impatto devastante del coronavirus nel nostro Paese e poi dilatatosi a macchia d’olio in tutta Europa e nel mondo.
“La Ue – ha comunicato – ci chiede le linee guida del Recovery plan entro il 15 ottobre, già approvate, e non i documenti definitivi. Dal 15 ottobre inizierà un’interlocuzione con la Commissione Ue fino a dicembre; il piano completo sarà presentato da gennaio 2021. La Commissione Ue si è riservata otto settimane per valutare il piano”.
Le linee guida dell’Europa per l’elaborazione del piano nazionale di Ripresa per un’Italia più digitale, verde, competitiva, sono le seguenti:
– Digitalizzazione e innovazione; – Rivoluzione verde e sostenibilità ambientale; – Infrastrutture per la mobilità; – Istruzione e formazione; – Equità, coesione sociale e territoriale; – Salute.
Senza entrare nei dettagli il premier ha poi aggiunto che nel Recovery Plan ci dovrà essere un progetto significativo anche per la Capitale: “Saranno progetti a misura di Roma, la vogliamo più bella che mai – ha specificato – è la cartolina d’Italia, ma è gravata da tanti oneri”. Un modo indiretto per appoggiare la candidatura dell’attuale sindaca probabilmente.
In tali linee guida il turismo non figura ma è altresì intuibile che il nostro settore è trasversale a molti di quelli citati e serviranno progetti mirati all’innovazione e alla sostenibilità e quant’altro da inserire in un contesto progettuale di ampio respiro. Secondo quanto previsto dall’accordo sul Recovery Fund, l’Italia potrà disporre di 208,8 miliardi di euro suddivisi in €127,4 miliardi di prestiti e €81,4 miliardi di trasferimenti.
La priorità del nostro Paese sarà ora quella di mettere in campo le riforme necessarie ad adeguarsi alle raccomandazioni dell’UE e a rilanciare l’economia.
Giulio Biasion
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