Le stime dei consumi di spumanti e vini per le prossime Feste 2023-2024
OVSE – Osservatorio Economico Mercato Vini e Spumanti, Piacenza, 13 dicembre 2023. Ritorno al passato o segnale di un futuro difficile?
Realismo, Risparmio, Regionalità: questi potrebbero essere tre termini che illustrano la prima analisi delle stime dei consumi e acquisti di bottiglie di vini e spumanti per le prossime feste di fine anno e brindisi 2024.
La prima constatazione è che i buoni numeri registrati a fine anno 2022 non sono confermati. A dettare legge su tutto sono soprattutto gli aumenti dei costi al consumo. Aumenti dettati – come dicono le imprese – dagli aumenti dei costi di produzione e distribuzione. Come Ceves-Uni centro analisi mercati e consumi abbiamo registrato una media di aumenti dal 18 al 26% su tutta la gamma di vini in grande distribuzione, enoteche, ristoranti. Non si constata una conformità di aumenti dei prezzi, neppure in raffronto con una crescita o diminuzione dei volumi.
In GDA c’è stato un aumento dei prezzi maggiori sulle etichette di primo prezzo rispetto ai grandi marchi. Questo ha determinato un calo dei volumi (3-4%) proprio nella fascia vini&bollicine con prezzi sotto i 7 euro a bottiglia. Le eccezioni sono fra i grandi marchi e le grandi case vinicole italiane che evidentemente, per politiche ed economie di scala, hanno contenuto gli aumenti intorno al 10-12% sullo scaffale, ad eccezione delle promozioni e dei contratti ai grossisti.
I consumatori intervistati sono lapidari e omogenei nelle risposte indipendentemente dalla disponibilità economica, dalla passione, dalla età: “L’ aumento di prezzo allo scaffale di etichette che erano abbordabili ad un prezzo medio riconosciuto e sostenibile dal consumatore determina una riduzione dei volumi”. Anche la “fascia medio-alta” è quella che risente di più per i consumi di fine anno.
Ma il bicchiere appare mezzo pieno: il fatturato aziendale o distrettuale (certi territori e certe Docg-doc) di tanti brand enoici nazionali registra un + 3/6% di aumento del fatturato. Anche l’estero tiene il passo e i valori relativi agli acquisti di fine anno sono in crescita. E’ il primo anno, dopo 15 anni di continua e ininterrotta crescita, che anche a fronte di un calo delle vendite aziendali e dei consumi (volumi), cresce il fatturato e il valore delle singole etichette italiane (valore). Un dato che colpisce perchè in Francia Spagna e Germania succede il contrario, dove si registra un maggiore calo dei consumi anche a fronte di prezzi stabili o ribassati o contenuti.
Giampietro Comolli, presidente dell’osservatorio e del Centro Studi Ceves-Uni, anticipa in modo sintetico una stima che si sta concretizzando a metà dicembre: “Più realismo negli acquisti e nei consumi che euforia dopo 15 anni di continua crescita. Segnale delicato e difficile che manda un messaggio fondamentale per un paese “enologico” come l’Italia. Il vino fa parte della nostra antica cultura. Perdere il rapporto anche occasionale e la stagionalità dei consumi è un segnale che va di pari passo con altri anche più importanti. E’ la espressione di un forte cambiamento dettato che dalla nuova generazione 00 e una evoluzione di consumatori molto diversificati”.
Da noi intervistato mentre nella sala statistica di Ceves Uni si stanno elaborando i dati raccolti con fatture, bolle di consegna, autocertificazioni, sondaggi a campione, Comolli così continua: “…è importante nelle stime e analisi avere calma e realismo e raffrontare i dati con le serie storiche (chi le possiede!) prima di buttare numeri a caso. Sondaggi e indagini aiutano ma non sono definitivi. Le informazione su bolle di consegna e fatture pagate sono le più vere e sincere dell’andamento di mercato. Ovse ha una esperienza in materia dal 1991 e questo aiuta nel fare time attendibili. Purtroppo la generazione Zero è quella che manca quasi totalmente nell’elenco di consumatori italiani ed europei. Va un po’ meglio nei paesi “neofiti o immaturi” consumatori di vino. I diciottenni e ventitreenni bevono molto occasionalmente e solo a feste e ai bar, bevono di tutto senza scelte fisse.”
Giampietro Comolli: “Non confondiamo il successo enoturistico con il consumo di vino e spumanti. Incremento delle prenotazioni fuori casa per le SS. Feste non vuol dire incremento dei consumi di vino. Sbagli chi assimila le due cose. La teoria è diversa dalla realtà e dalla onestà intellettuale dei dati forniti al pubblico. Non si nasce sapienti su tutto anche se si è ricevuta una carica o si è stati assegnati a un ruolo istituzionale. Oggi nel consumo a tavola e fuori casa – visto i prezzi aumentati – non si può fare di tutta una erba “ un fascio”. E’ bene che dati economici statistici e demografici siano appannaggio di chi studi da anni la materia”.
“La questione consumo procapite, consumo misurato, non consumo e consumo giovanile – conclude Comolli – devono essere oggetto di attenta valutazione e considerazione. La questione non si deve liquidare con una scritta sull’etichetta, ma occorre un programma di conoscenza, informazione e formazione. La generation 00 non consuma alcol in generale, giustissimo. Totalmente diversa dalle generazione degli anni ’80 e i millennials che hanno contribuito ad una crescita forte della passione e dell’interesse per cucina, nutrizione, vino. Da qui anche etichette chiare e complete ma senza speculazioni, senza negazione a priori. Perchè non prevedere un tavolo progettuale fisso cofinanziato da OMS, OCM, UE e vari ministeri agricoltura, salute, istruzione, educazione di paesi produttori? “
Qualche numero di vendite in Italia
Calo acquisti bottiglie in Gda e nell’e-commerce rispetto al 2022. Horeca mantiene ordini acquisti e prenotazioni di fine anno con abbinamenti e menu improntati al binomio vini e spumanti (bene Champagne in Italia con aumento volumi e fatturato). Bollicine italiane confermano un trend positivo all’estero grazie ad Asti e Prosecco: meglio in valore che in volumi. Bene anche a livello nazionale nel senso che ad un calo dei volumi si attende un fatturato maggiore (+3,4%) rispetto alle Feste 2022. In Italia si stima che voleranno 70-71 milioni di tappi a fungo durante tutte le feste per un giro di affari al consumo 712 milioni di euro. Per il fatidico brindisi al 2024 saranno circa 35-38 milioni le bottiglie stappate in calo del 8% rispetto al 2022. Privilegiate le bottiglie fra 5 e 9 euro di prima fascia negli acquisti sullo scaffale; fra i top players la fascia più gettonata varia fra 40-50 euro in horeca. Per Capodanno prenotazioni ancora molto disponibili in ristoranti e alberghi, leggermente in ritardo (circa 20%). Calo dei consumi nelle feste pubbliche e organizzate in strada: l’effetto no alcol della generation 00 si fa sentire per il primo anno in modo significativo.
Le bollicine più gettonate in Italia
Bene Altalanga e TrentoDoc. Franciacorta mantiene lo stesso livello di vendite e prenotazioni del 2022 con prezzi molto stabili. Extrabrut e dosaggio zero i più gettonati. Leggera frenata per il saten e millesimati riserva di tutte le zone, ad eccezione delle solite icone come Giulio Ferrari, Anna Maria Clementi, Moretti Bellavista. Fra i super-selezionati, gli Champagne sono in crescita. Il Prosecco Doc, il Valdobbiadene Docg, l’Asolo Docg e il Cartizze Docg mantengono le posizioni (+1,1%) con prezzi leggermente in crescita (+4%). Mantengono le posizioni, anche se un po’ con fatica, le bollicine regionali scoppiate negli ultimi anni anche prodotti con uve non tipiche come il Nebbiolo o Barbera o Sangiovese o Zibibbo.
Export spumanti italiani, consumi alle feste
Recupero in paesi come Usa e UK, ottimi segnali da Asia e Oriente. Cina e Russia in forte calo. Durante le feste voleranno 210-215 milioni di bottiglie tricolori con rincari significativi per tutte le tipologie sia Docg che Doc, sia metodo tradizionale che metodo italiano. Super leone quasi assoluto per le bottiglie di Prosecco Doc e Prosecco Superiore Docg (Valdobbiadene, Conegliano, Asolo, Cartizze) con circa 180-185 milioni di tappi che volano nei fatidici 30 giorni di fine anno.
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