L’Hotelier of The Year ‘24 è Simone Giorgi, general manager al Park Hyatt Milano
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E’ un momento magico per il Park Hyatt di Milano: dal premio vinto da Simone Giorgi all’inaugurazione delle nuove e spettacolari suite al ristorante Pellico 3 guidato dallo chef Guido Paternollo che si conferma una degli indirizzi più di tendenza della città, sino alla partnership con la Fondazione di Andrea Bocelli
I Virtuoso Awards premiano i manager che migliorano costantemente il mondo dei luxury hotels valutando a vari aspetti quali la fiducia del cliente, la costante e continua dedizione agli ospiti, con la massima professionalità nei servizi offerti dal personale dell’hotel. “Simone Giorgi rappresenta non solo il meglio del meglio, ma anche qualcosa di fondamentale per questo network quale la capacità di costruire insieme al suo team qualcosa di più grande rispetto a quanto si potrebbe fare da soli”.
L’Intervista a Simone Giorgi
Lei ha vinto il titolo di “Hotelier of The Year” ossia miglior manager d’hotel al mondo. Che effetto le ha fatto ricevere pochi mesi fa il premio “Hotelier of the year”?
E’ stato davvero un grande onore per me ricevere questo importante riconoscimento. Ancora faccio fatica a realizzare di aver vinto questo prestigioso premio di cui ringrazio nuovamente il network Virtuoso. Quello che mi emoziona di più sono i messaggi, che ricevo tutt’ora, da parte di moltissime persone che vogliono complimentarsi e scrivono parole e pensieri per me davvero unici e a volte inaspettati.
Quando e dove ha iniziato la sua formazione nel settore e quali sono state le sue prime esperienze?
La mia carriera inizia nel 1981 come barman lavorando in Italia ed all’estero. Ho intrapreso poi il mio percorso nell’hospitality, nel dipartimento Food & Beverage con Starwood e poi Belmond, diventando nel 2000 Direttore Food & Beverage per la Compagnia Lungarno Hotels della Ferragamo. Quando abbiamo aperto Park Hyatt Milano ricoprivo la posizione di Direttore Food & Beverage e poi qualche anno dopo di Direttore Operativo. Dopo una esperienza come Direttore Operativo in StarHotels Italia-estero, ho assunto la posizione di General Manager all’hotel Il Salviatino e poi al J.K. Place a Capri. A seguire sono rientrato a Firenze, mia città natale, come General Manager a Villa Cora. A partire dal Luglio 2018 ritorno a Park Hyatt Milano come General Manager. Ad agosto 2024 ricevo il prestigioso premio di Hotelier Of The Year dal network Virtuoso, durante la annuale Travel Week di Las Vegas.
Le è servita di più l’esperienza fatta “sul campo” o in scuole formative di grandi gruppi alberghieri?
Entrambe sono fondamentali e sono state importanti allo stesso modo. Sul campo hai la possibilità di mettere in pratica quello che hai imparato e anche di confrontarti con gli altri, arricchendo maggiormente le tue conoscenze. Saper coordinare un team penso sia il lavoro più significativo e a volte anche più complesso all’interno di una azienda e questo lo impari veramente solo sul campo.
Sommelier e sala, due settori importantissimi ed ora in grande crisi: cosa suggerisce ai ragazzi che vogliono diventare chef e che spesso snobbano lavori importantissimi per il settore ristorativo e del luxury in hotel?
Di non sottovalutare la ristorazione all’interno degli hotel di lusso che sta sempre di più entrando nel mondo dell’eccellenza, ed è sempre di più percepita dagli ospiti italiani – e non solo – come cucina di altissima qualità in contesti raffinati ed eleganti. Inoltre le compagnie alberghiere come Hyatt, ad esempio, forniscono un supporto incredibile a livello organizzativo e di risorse; questo è un aspetto molto utile ed importante per chi vuole iniziare una carriera da Chef. Si può davvero imparare e crescere molto.
Cosa hanno percepito i giudici per assegnarle tale premio e cosa ha determinato la svolta nella sua carriera?
Sicuramente ho sempre svolto il lavoro con grande dedizione e passione, ogni giorno. Grande attenzione ai dettagli e all’ospite. Spero di essere riuscito a far percepire questo nel mio lavoro e spero di poterlo trasmettere con entusiasmo alle nuove generazioni.
Quali consigli darebbe ad un giovane che sogna una carriera nell’hospitality?
Darsi obiettivi ambiziosi e mantenere sempre umiltà e rispetto per i collaboratori e i colleghi. I risultati bisogna guadagnarseli con la dedizione e l’impegno, giorno dopo giorno, dandosi anche il tempo di sbagliare per imparare dagli errori. I successi migliori e più soddisfacenti sono quelli che costano più fatica. Quasi mai la via più semplice e lineare è quella giusta da intraprendere.
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