Otto Regioni “cambiano colore” dal 6 dicembre. Dal 21.12 è vietato spostarsi
Otto regioni (più una provincia autonoma) verso il cambio di colore da domenica 6 dicembre
Come sappiamo è nella consuetudine che a cavallo di ogni weekend si definiscano i cambi di colore delle regioni (zona gialla, arancione e rossa). Il Ministro della Salute, Roberto Speranza, ha firmato tre nuove ordinanze sulla base dei dati della Cabina di Regia. Con la prima si rinnovano le misure restrittive vigenti relative alle regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Lombardia e Piemonte. Con la seconda le regioni Campania, Toscana, Valle D’Aosta e la Provincia Autonoma di Bolzano passano da area rossa ad area arancione, potranno così spostarsi all’interno del proprio Comune e a fare acquisti nei negozi. Con la terza le regioni Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Marche, Puglia e Umbria passano da area arancione ad area gialla: potranno pranzare al ristorante e spostarsi liberamente prima del coprifuoco. Le ordinanze saranno in vigore da domenica 6 dicembre.
Ieri sera il premier Giuseppe Conte, durante la presentazione del nuovo Dpcm, aveva parlato di un’indice Rt nazionale sceso sotto 1. E lo stesso premier aveva anticipato che entro Natale praticamente tutta l’Italia sarà in zona gialla. Secondo la in prassi consueta, Roberto Speranza pubblicherà le ordinanze che cambieranno (o confermeranno) il colore ad alcuni territori. Dalle anticipazioni raccolte, la cabina di regia avrebbe dato il proprio assenso al passaggio da zona rossa ad arancione o da arancione a gialla a partire da domenica 6 dicembre per:
- Valle d’Aosta
- Campania
- Toscana
- Alto Adige
- Emilia Romagna
- Marche
- Friuli Venezia Giulia
- Umbria
Dall’Istituto superiore di sanità l’invito a valutare nuove misure a livello provinciale o regionale per le tre regioni rimaste a rischio “alto”: Calabria, Puglia e Sardegna. Si attendono ora le valutazioni del Comitato tecnico scientifico e del ministro della Sanità Speranza. L’ordinanza che sancisce il passaggio di colore dovrebbe essere firmata nelle prossime ore. Dovrebbero essere invece rinnovate le misure restrittive vigenti per Abruzzo, Basilicata, Calabria, Lombardia e Piemonte.
Il report Iss: tre regioni a rischio alto
Tre regioni sono “classificate a rischio alto” di trasmissione di Sars-Cov-2: Calabria, Puglia e Sardegna, quest’ultima a “titolo precauzionale in quanto non valutabile in modo attendibile per completezza” dei dati. È quanto emerge dal report dell’Istituto superiore di sanità-ministero della Salute con il monitoraggio settimanale dell’epidemia di coronavirus. La classificazione a rischio alto “per 3 o più settimane consecutive – si legge – prevede specifiche misure da adottare a livello provinciale e regionale”.
“L’Rt medio calcolato sui casi sintomatici è pari a 0,91“, si legge. “Si riscontrano valori di Rt puntuale inferiore a 1 in 16 regioni e province autonome – prosegue il documento -. Di queste, 15 hanno un Rt puntuale inferiore a uno anche nel suo intervallo di confidenza maggiore, indicando una diminuzione significativa nella trasmissibilità”.
Tra l’ultima settimana di novembre e l’inizio di dicembre “si osserva una riduzione generale del rischio complessivo, con la maggior parte delle Regioni e province autonome a rischio moderato e per la prima volta, dopo sette settimane, due a rischio basso”, Basilicata e Campania. In particolare, 16 regioni sono classificate a rischio moderato di trasmissione di Sars-Cov-2. Di queste, 5 hanno una probabilità elevata di progredire a rischio alto nel prossimo mese nel caso si mantenga invariata l’attuale trasmissibilità: Emilia Romagna, Marche, Molise, provincia autonoma di Trento, Veneto. In queste regioni, “si suggerisce di valutare attentamente la opportunità di adottare misure, anche a livello sub-regionale, di mitigazione previste per il proprio livello di rischio”.
“L’incidenza rimane ancora troppo elevata per permettere una gestione sostenibile, pertanto è necessario raggiungere livelli di trasmissibilità significativamente inferiori a 1 su tutto il territorio nazionale consentendo una ulteriore diminuzione nel numero di nuovi casi di infezione e, conseguentemente, una riduzione della pressione sui servizi sanitari territoriali ed ospedalieri”, evidenzia il documento.
Il tasso di occupazione dei posti letto in terapia intensiva “supera ancora la soglia critica di occupazione a livello nazionale. Complessivamente, il numero di persone ricoverate in terapia intensiva è in diminuzione da 3.816 (del 24 novembre) a 3.663 (del primo dicembre). Mentre il numero di persone ricoverate in aree mediche è passato da 34.577 a 32.811”.
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