Sofitel Rome Villa Borghese, un angolo di Francia nel cuore della Capitale

Sofitel Rome Villa Borghese, un angolo di Francia nel cuore della Capitale

Nuovo corso per il grand hotel del brand francese, una struttura che si trova a due passi da via Veneto. Abbiamo intervistato la general manager, Elodie Lacroix, alla guida dell’hotel dal 2023

Settantotto camere, di cui sette suite, con un design moderno ed elegante e tutte con un tocco di Francia, ma anche di romanità, che le caratterizza. Parliamo del Sofitel Rome Villa Borghese, hotel cinque stelle che si affaccia sui giardini di Villa Medici, sede dell’Accademia di Francia, a pochi passi dal polmone verde di Villa Borghese e dal cuore pulsante della Dolce Vita, la sempre affascinante Via Veneto. Malgrado la vicinanza al centro della città, la scalinata di Trinità dei Monti è a pochi minuti di cammino, il Sofitel Rome si trova su una via poco trafficata e, soprattutto la sera, molto silenziosa.

Dallo scorso anno alla guida c’è Elodie Lacroix, nata a Cannes, sposata e con due figli piccoli. Una esperienza di quasi 16 anni nel settore alberghiero. Dopo un master in management a Parigi, ha mosso i primi passi proprio in Sofitel, prima in Cina poi in Lussemburgo e a Londra. Ha avuto esperienze anche con Jumeirah, Raffles e Hilton per poi tornare, lo scorso anno, in Sofitel, come Direttrice Generale della struttura capitolina. Una nuova sfida che sta affrontando con determinazione.

Direttrice, qual è la filosofia di questo hotel?

La ristrutturazione dell’hotel è stata fatta nel 2019 da Jean Philippe Nuel, architetto francese ma che ha studiato architettura proprio qui a Roma. La filosofia del suo lavoro era di rimettere il marchio Sofitel al livello in cui è oggi, e di far diventare il Sofitel di Roma un po’ il “flagship” di Sofitel a livello mondiale. L’idea era di lavorare su uno stile contemporaneo, con l’eleganza francese inserita nella modernità, però allo stesso tempo rispettare la destinazione e far capire a un cliente che arriva al Sofitel di Roma che quando si sveglia la mattina lui sa di essere a Roma. Così Philippe Nuel ha trasformato questo albergo, che era molto più tradizionale, un po’ come la destinazione, e ha lavorato su uno stile molto più moderno ma ha lasciato degli aspetti tradizionali “romani” con dei dettagli nelle camere, come soffitti con affreschi o delle foto di luoghi iconici di Roma e ha valorizzato una delle più belle viste su Roma con il ristorante nel “rooftop”, da “Settimo Roma Cuisine & Terrace”.

Lei è arrivata nel 2023, cosa ha portato di nuovo in questo hotel?

Voglio sottolineare tre cose. La prima riguarda il marchio Sofitel e come abbiamo voluto ridefinire il servizio che noi offriamo ai clienti, e la comunicazione che noi facciamo sul mercato locale. Sofitel è un albergo storico della città, però il marchio era poco conosciuto. Noi abbiamo fatto un grande lavoro con un nuovo ufficio stampa, che si giustifica con il servizio che noi offriamo, per valorizzare e promuovere il nostro hotel.  

Il secondo punto riguarda la ristorazione. Noi quest’anno abbiamo cambiato la proprietà, quella precedente era molto focalizzata sulle camere, e il ristorante era un po’ in difficoltà, per la qualità e la squadra. Con il nostro chef, Giuseppe D’Alessio, abbiamo rivisto tutti i fornitori sul territorio e siamo andati su una qualità dei prodotti molto più alta. Noi lavoriamo nel lusso e la competizione è molto accesa. Per noi è una sfida proporre a Roma un ristorante romano di alto livello. Poi c’è la squadra. Abbiamo impiegato più di sei mesi per selezionare e scegliere il personale che ora lavora con noi in cucina in maniera continuativa. Abbiamo fatto lo stesso lavoro per il personale di sala che è la base del servizio e che ora è fisso e non a chiamata. Per noi è un impegno maggiore certamente, ma abbiamo già visto i risultati con i clienti che apprezzano il cibo e che ritornano volentieri a mangiare e a festeggiare qui da noi. E fra i clienti ci sono anche quelli che non sono nostri ospiti ma che vengono da fuori, sia turisti che alloggiano in altri hotel che romani. Il terzo punto riguarda la volontà di offrire nuove esperienze ai clienti. Non solo sull’albergo ma anche per la città. Abbiamo creato una brochure con esperienze diverse su cultura, gastronomia, verde, avventure. Tutti vedono Roma sotto l’aspetto culturale, ma si può ammirare la città, ad esempio, in elicottero o pedalando con una “e-bike”.

Dei consigli inusuali.

Si, ma non solo. Vogliamo far vivere Roma come la vive un romano e non come un turista. Non serve consigliare di visitare il Colosseo o il Vaticano, questo lo sanno già. Il cliente non ha bisogno di questo, ha bisogno di consigli su cose che nessuno conosce.  L’albergo non deve essere solamente un posto dove vivere, dormire e mangiare, ma un luogo dove si fanno esperienze nuove e diverse.

A proposito di clienti, che tipo di clientela viene qui da voi?

Ovviamente la destinazione è molto americana. Roma è la prima destinazione per gli americani in Italia, e per questo abbiamo il 40-45 per cento di americani. Poi ci sono i francesi, che conoscono il nostro marchio. Poi tedeschi, olandesi, svizzeri, spagnoli. Abbiamo visto il mercato arabo crescere tantissimo perché anche questo mercato ha cambiato abitudini. In passato andavano prima di tutto a Milano e Capri. Ora la nuova generazione vuole conoscere Roma. Poi metto l’America Latina. Brasiliani, messicani, peruviani. Roma è una destinazione legata sì alla cultura ma anche alla religione, e per i sudamericani questo è un fattore importante, ed è una destinazione per famiglie. Non abbiamo visto ancora un ritorno massiccio dei cinesi che però lentamente si stanno riaffacciando mentre vanno meglio gli arrivi dal Giappone, dalla Corea, da Singapore. E poi stranamente abbiamo anche un po’ di clienti russi, penso che siano quelli che sono già in Europa da tempo.

Come sta andando l’estate 2024?    

Beh, è un po’ meno forte che nel 2023. Ovvero, siamo in linea con l’anno passato, ma mancano gli americani. Abbiamo circa il 15-20 per cento in meno di americani. Lo scorso anno Roma è cambiata tantissimo. È diventata molto cara e per loro è stato come uno choc. E poi rispetto a Londra o Parigi, qui il problema è la qualità dei servizi che Roma offre ai turisti. Sono saliti i prezzi degli hotel, senza avere una reale giustificazione, ma la qualità dei servizi cittadini non è all’altezza di un’offerta di lusso. Non è adeguata al piacere di visitare Roma.

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