Stagionalità e costi alberghieri: un’equazione sempre più difficile

Gran parte delle strutture ricettive sono “stagionali”, ovvero definiscono un ciclo di attività determinato o dalla stagione sciistica o da quella balneare.

La questione energetica, però, con il rilevante incremento dei costi, pone inevitabilmente gli albergatori di fronte alla necessità di rivedere il Piano dei Conti e l’organizzazione tariffaria. L’impatto dei nuovi costi energetici può sconvolgere la tabella dei prezzi e rendere necessarie scelte fondamentali.

Per alcuni può essere utile sfruttare l’incremento dei prezzi per fare un salto di categoria; per altri sarà necessario spalmare i costi su una stagionalità più prolungata; per altri ancora, temo la maggior parte, si dovrà immaginare una ristrutturazione completa dello stabile, eventualmente valutando la residenza per anziani, la formula residence tradizionale, il motel, la formula day-hospital, la SPA per addicted del fitness o della bellezza.

La questione, quindi, non è affatto secondaria, né tanto meno di poco conto: si tratta di uno tsunami economico e commerciale che non coinvolge solamente le strutture, i gestori o i titolari, ma intere comunità che vivono di turismo stagionale e che potrebbero trovarsi nella necessità di cambiare, improvvisamente e dolorosamente, a pelle.

Certo: i commercialisti potrebbero essere in grado di dare indicazioni utili e suggerimenti adeguati, ma la complessità dell’argomento è tale da coinvolgere non solo gli equilibri gestionali delle singole unità alberghiere, ma quelli territoriali, amministrativi e politici, per non parlare dei riflessi occupazionali.
Credo necessario avviare immediatamente momenti di incontro e di valutazione.
Per quello che può servire noi ci siamo.

Foto di copertina: Alexander Haiden – Hotel Quellenhof Luxury Resort