Vinitaly non solo salone. Passione per il vino e concretezza del business

Vinitaly non solo salone. Passione per il vino e concretezza del business

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La rapidissima evoluzione sociale, culturale e tecnologica di fine secolo ha determinato anche una radicale trasformazione del settore fieristico non solo per la crescente specializzazione (a volte anche eccessiva), ma soprattutto per la rielaborazione delle finalità che deve porsi un Salone: non la sopravvivenza (chi l’ha scelta molto spesso è scomparso dal radar internazionale), ma il divenire riferimento non momentaneo per l’intero comparto in cui opera. Tra le strutture fieristiche (poche in verità) che hanno compreso la realtà in fieri la Fiera di Verona è stata antesignana.

Il vino fino agli anni sessanta era inserto in mostre generaliste, anche se tematiche: a Verona la Fiera dell’Agricoltura lo ospitava in due padiglioni di notevole successo. Ma è quando il successo sembra consolidato che occorre vigilare per percepire in tempo i mutamenti in atto nella cultura e nella società e con coraggio elaborare progetti concreti anche se apparentemente avveniristici.

L’Italia – e non solo quella vinicola – deve molto alle intuizioni e alla capacità manageriale dell’indimenticabile Angelo Betti (all’epoca Capufficio Stampa della Fiera di Verona di cui diverrà Direttore Generale) che con anni di anticipo capisce che l’evoluzione socioculturale in atto muta radicalmente il ruolo del vino e quindi la sua comunicazione. Nascono quindi nel settembre 1967 le Giornate del Vino Italiano – momento di notevole spessore culturale ospitato negli splendidi saloni del Palazzo della Gran Guardia (poco lontano da quell’Arena che nel 1867 era stata il palcoscenico della Esposizione Enologica Veronese primo appuntamento dedicato al vino) – di fatto atto di nascita del Vinitaly, nome assunto nel 1971 dopo il successo delle Giornate del 1969 in cui l’aspetto congressuale era stato affiancato dagli stand di 130 produttori.

La mission di Vinitaly

Mission del nascente Vinitaly è stata accompagnare le nostre imprese vinicole in un percorso di internazionalizzazione che ha reso il vino uno dei principali protagonisti del ‘made in Italy’. Percorso complesso basato sulla necessità di privilegiare la qualità alla quantità e sulla opportunità di seguire i suggerimenti della scienza invece delle abitudini e di accogliere le innovazioni tecnologiche oltre che sulla maturazione di una coscienza rivolta all’export anche nei produttori medio piccoli e sulla necessità di avvalersi della collaborazione delle Istituzioni nel quadro di un comune progetto in cui il vantaggio del singolo deriva da quello collettivo.

Un’organizzazione fieristica deve essere consapevole che alcune decine di espositori e alcune centinaia di operatori (spesso ospiti) provenienti da vari Paesi non rendono un Salone internazionale: per essere tale deve essere percepito come il luogo in cui si intrecciano rapporti umani, pubbliche relazioni, comunicazione e business in misura tale da rendere conveniente investire per parteciparvi. Veronafiere ha quindi sviluppato negli anni un articolato e impegnativo programma di presenze sui mercati che potevano divenire importanti per il vino italiano con iniziative differenziate secondo il Paese e i rapporti commerciali con l’Italia. Avvalendosi del fatto che Veronafiere nel 1998 dopo vari decenni di conoscenza del mercato cinese apre una sede di rappresentanza a Shanghai quale punto di riferimento per aziende e operatori, Vinitaly vi realizza mediante China Wine un’iniziativa dedicata al vino italiano.

Nel 2010 l’accordo tra il Ministero delle Politiche Agricole e Veronafiere fa nascere Vinitaly in the World (evoluzione del preesistente Vinitaly World Tour): è il riconoscimento ufficiale del ruolo propulsivo svolto da Vinitaly a favore del vino e dell’economia nazionale. A supporto di questa complessa attività Vinitaly coordina una rete internazionale di Istituzioni e Associazioni e con i corsi organizzati ed elaborati da Vinitaly International Academy crea professionisti esperti a 360° sul vino italiano: gli Italian Wine Ambassador cui affidare l’illustrazione dei nostri vini e delle diversità che li rendono unici. Le analisi di mercato e l’elaborazione di trend utili ai produttori è realizzata dall’Osservatorio Uiv Vinitaly.

Un’attività complessa calibrata sui singoli mercati

Il principale mercato per il nostro export è quello USA (nel 2023 ha fatturato circa 2 miliardi di dollari e secondo l’Osservatorio Federvini il primo semestre 2024 è a 969 milioni di euro dei quali 668 da vini fermi) in cui nel 2023 si è verificato lo storico sorpasso (monitorato sulle vendite effettive dei distributori statunitensi) delle bollicine italiane su quelle francesi: 35% la quota di mercato italiana contro il 31% della Francia e il 28% degli Stati Uniti. Situazione confermata dai primi 8 mesi del 2024: il venduto delle nostre bollicine ha registrato un incremento dell’1,5% contro una flessione media del 13%. Locomotiva di questo successo è il Prosecco che ha superato lo champagne: 28% contro 26%, sorpasso divenuto travolgente nel periodo gennaio – agosto 2024 in cui a un + 2,2% del Prosecco si è contrapposto un -15,3% del venduto per il simbolo della Francia.

Al mercato statunitense che offre ancora ampie possibilità di crescita (futuri dazi permettendo) è dedicato un articolato programma. La sponsorizzazione e la presenza dei nostri vini al ricevimento ufficiale per il 248° Indipendence day sono state premessa al debutto (dopo il numero zero del 2023) di Vinitaly.USA svoltosi il 20 e 21 ottobre a Chicago, città su cui convergono anche buyer e distributori dal vicino Canada. Secondo i primi riscontri degli espositori si può affermare che sia stato raggiunto l’obiettivo di coinvolgere ristoratori, distributori e importatori statunitensi (si parla di oltre 2000) nei contatti b2b con gli oltre 230 (tra cui 7 Enti regionali) produttori italiani. Vinitaly.USA, peraltro, nonostante le rilevanti dimensioni (circa 13.000 mq e 1650 etichette di alta qualità in esposizione) è stato solo un “assaggio” di Vinitaly e quindi ha stimolato l’opportunità di visitarlo incrementando il già notevole numero di buyer e distributori statunitensi presenti nel 2024 (circa 3700 con un +8% sul 2023). Vinitaly.USA ha dedicato – con la collaborazione di Gambero Rosso (ha affiancato in quest’occasione Veronafiere e ICE-Agenzia) – un intenso programma di approfondimenti: in particolare con Wolk around tasting Tre Bicchieri Gambero Rosso ha presentato al mondo statunitense le circa 500 etichette insignite per il 2025 del massimo riconoscimento della sua Guida Vini d’Italia.

Notevole attenzione è logicamente rivolta al mercato asiatico con focus soprattutto su due realtà molto interessanti: la Corea del Sud e l’India. Nella Corea del Sud secondo l’Osservatorio Uiv/Vinitaly il consumo di vino ha avuto un notevole incremento negli ultimi 5 anni e il trend è previsto in ascesa. L’Italia nel 2023 ha esportato per 62 milioni di euro preceduta da Stati Uniti (71 milioni) e Francia che domina con 187. I nostri vini i più apprezzati sono i rossi fermi. Vinitaly 2025 nel recente giugno è stato protagonista a Seul di una preview e della partecipazione alla Borsa Vini (iniziativa di ICE-Agenzia) con oltre 50 produttori italiani e un ricco calendario di masterclass e incontri b2b: più di 350 gli importatori, retailer e ristoratori coinvolti.

Sul promettente mercato indiano la strategia di Vinitaly prevede di presidiare con eventi business soprattutto la fascia alta del turismo d’affari. Partner è la Camera di commercio indiana con la quale durante il Salone 2024 è stato siglato un accordo: principale iniziativa b2b è Vinitaly Preview India programmato per il 22-23 novembre a New Delhi e dedicato a buyer e stampa, prima fase di un processo da sviluppare a Vinitaly 2025, ineguagliabile occasione per conoscere “dal vivo” l’enologia italiana e identificare le tipologie più confacenti ai consumatori indiani.

L’impegno in Asia – conteso mercato di grandi potenzialità espresse solo in piccola parte – non può ovviamente ignorare Giappone e Singapore per i quali è previsto il Vinitaly Asia Roadshow con tappe a Singapore (2 dicembre) e Tokyo (4 Dicembre): quest’ultima si aggiunge all’avvenuta partecipazione alle Borsa Vini di Osaka e Tokyo (rispettivamente il 7 e 9 ottobre).

Un programma ampio e impegnativo il cui fine non è solo preservare la leadership internazionale di Vinitaly, ma creare – insieme alle Istituzioni – le condizioni per incrementare, nonostante competitor sempre più numerosi e agguerriti, il successo dei produttori italiani sui mercati esteri (sia tradizionali sia emergenti o promettenti) per accrescere il contributo al Pil nazionale di un settore che sta divenendo sempre più trainante anche per il turismo.

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